Tra i banchi dell’opposizione resterà lei, Elisabetta Bianchi. Il Consiglio di Stato del 30 marzo, mette la parola fine sulla diatriba tutta interna agli azzurri di Forza Italia. Respinto dunque il ricorso di Alessandro De Gennaro che è chiamato anche a pagare le spese legali pari a duemila euro.
Una vicenda che ha tenuto fino all’ultimo gli animi interni al partito con il fiato sospeso e visto i supporters dell’una e dell’atro prendere non senza qualche imbarazzo le diverse posizioni. De Gennaro nello scorso giugno era entrato in consiglio proprio al posto della candidata Bianchi a seguito del pronunciamento della Commissione mandamentale che aveva spiegato come il seggio spettasse al candidato consigliere che aveva ottenuto più preferenze in virtù dell’apparentamento con l’altro candidato sindaco, Bruno Di Masci.
Un’entrata di scena quella del giovane FI, arrestata solo pochi mesi dopo, ad ottobre 2016 dal Tar Abruzzo che su ricorso della Bianchi aveva riaffidato alla candidata sindaco il seggio e la seduta di Palazzo, scranno divenuto nel frattempo bollente. Decisione che aveva portato l’uscita di De Gennaro che però a sua volta mal digerendo il pronunciamento del tribunale aveva imbroccato anch’egli la strada del ricorso.
Ma per i giudici della terza sezione del Consiglio di Stato non vi è alcun dubbio, lo scranno va alla Bianchi, sconfessando l’erronea visione dell’Ufficio Elettorale Centrale, “l’iniziale contrasto giurisprudenziale al riguardo esistente , è stato ormai da tempo superato e non sussistono più in materia de qua differenti e contrastanti orientamenti giurisprudenziali” recita la sentenza.
“Si conclude oggi un percorso amaro che ha visto il Consiglio di Stato mettere una pietra tombale sulle velleità del tutto personali di De Gennaro” afferma la Bianchi che rincara “De Gennaro stava strizzando l’occhio alla maggioranza”. “Insomma, hic manebimus optime”, la sedia è occupata, – conclude soddisfatta la Bianchi “pronti a proseguire il lavoro di opposizione e a contrastare in particolar modo sull’ambito sanitario, sul destino dell’ospedale, la posizione incomprensibile della maggioranza”.
Anna Spinosa
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