E’ tempo di bilanci per chi è uscito sconfitto alle elezioni regionali in Abruzzo e oggi è costretto a fare i conti con un risultato elettorale per molti versi inaspettato. E che di certo non soddisfa. Come il 7% ottenuto dal Movimento 5 Stelle, una conseguenza per il coordinatore provinciale Attilio D’Andrea del “periodo di scissioni che non ci ha fatto bene”.
Una riflessione che a partire dalle parole del presidente del Comitato di Garanzia Roberto Fico, vede il 7% andare di pari passo l’alta percentuale di astensionismo. “Un 50% di astensionisti ai quali non siamo stati capaci di parlare al cuore e alle coscienze – afferma D’Andrea – ai quali non sono arrivate le risposte alle domande che si pongono”. Colpa forse della esigua presenza di amministratori pentastellati a livello locale che impedisce di costruire “una reticolazione di fondamentale importanza per elezioni dal fortissimo valore territoriale”. Come quelle regionali che in Abruzzo hanno restituito al Movimento 5 Stelle un 7% dal valore non del tutto negativo. “Un mattone di casa in costruzione voluta dal nostro presidente Giuseppe Conte – commenta il coordinatore provinciale – sicuramente arrivata con ritardo ma che in due anni sta finalmente dando una struttura al Movimento 5 Stelle”.
La realtà sarebbe cioè ben diversa per Attilio D’Andrea che nei “negli storici attivisti e nei tanti altri cittadini provenienti dalla società civile di spirito progressista e pronti a collaborare” vede il futuro di una politica partecipata che nasca dall’ascolto del territorio. Grazie al quella struttura su cui può contare il Movimento costituita da coordinatori regionali, provinciali e territoriali e da centinaia di Gruppi Territoriali “che crescono quotidianamente” e che permette di programmare e organizzare le future iniziative. Come quella del prossimo 16 marzo a Napoli, assemblea alla quale hanno già aderito centinaia di iscritti “per parlare del programma elettorale condiviso per le Europee lanciato dal presidente Giuseppe Conte”. Ma anche per raccogliere progetti, condividere iniziative e soprattutto diventare “presenti e competitivi nelle prossime future competizioni elettorali amministrative”.
Aprendo le porte del Movimento 5 Stelle a chi condivide un programma i cui punti di forza sono e resteranno “la transizione ecologica, il bene comune, il contrasto all’autonomia differenziata, la sanità pubblica, il diritto alla mobilità e la priorità di intervento verso le categorie più fragili” conclude Attilio D’Andrea convinto che solo così si possa “costruire una seria e concreta alternativa a queste destre”.
Il “bene comune”? Hanno dimenticato la pace dei sensi.
Mi aspettavo più un mea culpa dalla nostra Senatrice non da D’andrea .
Nessuna parola sulla disastrosa parabola di Sara Marcozzi? Due candidature come presidente della regione con il M5s e oggi fiera candidata tra le fila di Forza Italia.
Come si può avere fiducia in un movimento che ha portato avanti personaggi di questa leva?
Non mi sembra che chi ha preso più voti abbia avuto coerenza ne con maggioranza e minoranze e ne coni vari partiti politici
Giunta fatta:
Imprudente vice presidente
Santangelo assessore
Magnacca assessore
Sospiri assessore
Paolo Gatti assessore
Santilli Giovanni assessore
Il ruolo più importante andrà al dott. Quaglieri, autentica forza assoluta del centro destra. Presidente del consiglio. Meritatissimo.
Buon lavoro
È intenditore forte lei vero?
No è un dato di fatto Dott. biat a te
La Magnacca va in giunta per le quote rosa obbligatorie in quota fdi,ma quello che davvero dispiace è che brucia Verrecchia ed
impedisce la surroga della più votata della
provincia, e questa è
pura ingiustizia, a meno che invece della Magnacca non danno un assessorato alla Scoccia,ma per questa evenienza è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago.
Non credo che la scoccia accetti un assessorato se ne consegue l’ingresso di una concorrente diretta nel suo bacino elettorale in consiglio, in surroga di verrecchia.
La carriera politica della Rossi è terminata, non è possibile che, senza scandalose conseguenze,
Marsilio possa mettere
fuori una sua ganza. Il presidente del consiglio regionale sarà chi ha preso più voti come è sempre stato.
E direi che il grandioso lavoro fatto nei cinque anni precedenti in questa valle è tutto davanti ai nostri occhi!
Impressionante davvero!
In tutti i sensi!
Ridurre i parlamentari non ha giovato né alla propaganda dei 5S, né alla salute della democrazia, neppure ha rimpinguato le casse dello stato. Fanno danni per poi uscire di scena…
Grazie al quella struttura su cui può contare il Movimento costituita da coordinatori regionali, provinciali e territoriali e da centinaia di Gruppi Territoriali “che crescono quotidianamente”
Cresceranno anche ma i voti che sono quelli che contano diminuiscono clamorosamente e costantemente e aivoglia a dare la colpa all’astensione, mai ammettere senza scuse la sconfitta e mai prendersi le responsabilità magari con le dimissioni da coordinatore e della senatrice fulcro e rappresentante più alta abruzzese del movimento, chi sbaglia e chi perde dovrebbe pagare le conseguenze politiche.
Lo volete dire ad esempio che sul territorio siete completamente scomparsi? Vedi Pacentro dove a dispetto dei passati oltre 400 voti oggi ne prendete 9, dov’è finito questo elettorato? Perché non vi segue più?
Vada a leggere le percentuali nazionali, terzo partito.
Un partito tutto sommato giovane, che deve ancora strutturarsi.
Abbiamo anche visto che in passato c’è stato chi ha cominciato cantando i coretti contro i Napoletani e il sud, ed diventato poi primo sostenitore della Sicilia e della sua “grande opera”.
Poi, mi sembra che in zona all’occorrenza, diamo tanta importanza anche a partiti che hanno percentuali minime a livello nazionale…
Anche il partito ora primo in Italia è stato per lunghi anni, con percentuali dal 4% al 6% senza toccare palla in tantissime elezioni a livello nazionale e locale e non mi sembra che sia mai dimesso nessuno.
Ma loro non erano quelli differenti? Si sono allineati con il sistema politico che tanto hanno contestato? Ma gli altri, in passato, loro erano quelli della scatoletta di tonno
Anche quelli che gridavano per la secessione protestavano, poi sono diventati un partito.
Ogni protesta per raggiungere risultati deve poi strutturarsi in qualcosa di più concreto.
Che risultati si potrebbero raggiungere protestando a vita?
Come neve al sole… Ciaone. Ma la scatoletta di tonno?