“La nostra lista “La Sulmona che vogliamo” non ha preso contatti con nessun candidato sindaco, e soprattutto non ancora partecipa alla formazione dei programmi di mandato fondamentali per la nostra città”. Lo scrive a chiare lettere l’ex sindaco Bruno Di Masci, smentendo, almeno a parole, quanto dichiarato dall’ex consigliere, Luciano Marinucci. Lo spostamento a destra della lista di stampo socialista però, a dispetto da quanto scritto da Di Masci, non è solo un’ipotesi campata per aria.
Le parole di Marinucci, rilasciate e pubblicate domenica, sono eloquenti. “Abbiamo deciso di unirci al centrodestra per sfruttare la filiera istituzionale e cercare di invertire la rotta per questa città”, aveva dichiarato Marinucci, con un occhio di riguardo a Maria Assunta Rossi, che ha accolto i socialisti tra i Fratelli d’Italia in cambio di una candidatura tra gli scranni sulmonesi. Do ut des rimarcato proprio dallo stesso Marinucci: “Nel centrodestra abbiamo trovato maggiore disponibilità e noi ce la giocheremo con loro”.
Un comunicato sibillino quello a firma di Bruno Di Masci. La chiosa finale lascia spazio a interpretazioni di variegato colore politico: “Si ricorda – conclude – che le elezioni amministrative acquisiscono sempre di più un concetto di territorialità importante per la buona amministrazione di Sulmona”. Insomma, nessun vincolo del passato a sinistra o della rosa socialista, parafrasando una frase che non sbatte le porte in faccia alla destra. Tant’è che il porsi come interlocutori dell’area centrista, come specificato da Di Masci, pone i socialisti più vicini alla coalizione guidata dal candidato sindaco Luca Tirabassi, al cui interno convergono le forze civiche, rispetto a una sinistra che ad oggi appare ancora un cantiere aperto.
Ma siete del pd restate nel pd. Non potete stare nella destra.