Egemonia campana nel carcere di Sulmona, Nardella: “Allontanare i detenuti riottosi”

E’ una lettera da i toni aspri quella inviata ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, dal Sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP. Una missiva dove vengono denunciate le situazione di difficoltà all’interno del carcere di Sulmona. Dai telefoni cellulari trovati in possesso dei detenuti dietro le sbarre (40 da inizio 2024), fino ad altri oggetti non consentiti all’interno delle celle.

La lettera, a firma del Vice Segretario S.PP., Mauro Nardella, parla di un istituto egemonizzato dai detenuti di origine campana, con una marea di provvedimenti disciplinari inflitti. Il tutto, qualora fosse confermato, senza alcun trasferimento in altri istituti dei detenuti riottosi di stanza a Sulmona.

“Eppure da quel che è dato sapere le richieste di allontanamento dei detenuti di cui sopra non sono mancate – denuncia Nardella -. Anzi, non si conterebbero. Tuttavia, non si sa per quale motivo, i detenuti che evidentemente non hanno voluto e non vogliono impostarsi seguendo il dettato costituzionale loro offerto dal comma 3 dell’articolo 27 della legge madre, restano tranquillamente a gestire le loro dinamiche criminogene nello stesso posto in cui sono stati già scoperti e perseguiti per gli stessi motivi compromettendo, di fatto, ciò che di buono i pochi poliziotti penitenziari presenti ( 190 su 267 previsti) fanno per reprimere e prevenire i crimini in carcere”.

Ma oltre al mancato trasferimento dei detenuti più problematici, dietro le sbarre di via Lamaccio sarebbero approdati carcerati di altri istituti, macchiati delle stesse infrazioni. “Insomma – prosegue Nardella – lo stesso Dipartimento sembrerebbe adottare due pesi e due misure non trasferendo quelli che a Sulmona si sono macchiati di infrazioni gravi e addirittura reiterate nel tempo. Cosa dire poi della eccessiva stanzialità che ne consegue al loro mancato trasferimento e che inevitabilmente potrebbe tradursi nella materializzazione di sodalizi criminali dagli stessi potenzialmente costituibili in carcere?”.

“Un consiglio – conclude – glielo vorremmo dare all’Amministrazione Penitenziaria e cioè quello di utilizzare i milioni di euro, risparmiati dall’avvento delle udienze a distanza a mezzo multivideoconferenze e dalla necessità venuta meno del cosiddetto turismo giudiziario una volta attuato con un via vai di traduzioni di detenuti, per effettuare immediatamente le traduzioni dei detenuti riottosi in altre strutture”.

1 Commento su "Egemonia campana nel carcere di Sulmona, Nardella: “Allontanare i detenuti riottosi”"

  1. Sbaglio o la tenuta sociale sembra stia collassando ???
    Fateci capire ?? Che vuol dire egemonia in carcere ??? Ma non è di massima sicurezza ???
    Pensavamo erano messi in condizioni di non alzare la cresta …ma che caxx e’ diventata l’Italia ??

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