In Italia il 28% della popolazione compresa tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale, ovvero è incapace o comunque ha gravi difficoltà a comprendere quanto legge. Nel 2019 secondo i dati di Piaac-Ocse il 5,5% dei soggetti comprendeva solo informazioni elementari all’interno di testi molto corti e scritti adoperando un lessico semplice; il 22,2% assorbiva invece informazioni contenute in testi con un linguaggio misto, meno elementare, purché non fossero troppo lunghi. Numeri e dati che negli ultimi due anni sono verosimilmente cresciuti a dismisura a causa della pandemia e al collegato fenomeno dell’uso frequente e spesso esclusivo dei social, in particolare quelli a comunicazione “immediata”. La diffusione di piattaforme come Instagram e TikTok, dove quel che conta sono le immagini immediate, ne è una cartina al tornasole.
Non essendo una malattia, ma più un disturbo culturale, è difficile trovare una causa univoca dell’analfabetismo funzionale: oltre al fenomeno dell’infodemia (ovvero la diffusione incontrollata e senza filtri di informazioni) è da considerare sicuramente la scarsa propensione alla lettura mostrata da gran parte degli italiani. Tra questi soprattutto i giovani che sono i più colpiti dal fenomeno.
Si legge poco e male e soprattutto si è persa l’attitudine alla lettura: anche quando si legge, compresi testi sul web, si ha, specie tra i giovani, un atteggiamento distratto e passivo.
Nasce da questi presupposti il Festival itinerante Librorchestra, che quest’anno per la sua seconda edizione farà una delle sue sei tappe a Sulmona (l’esordio a Campobasso dopodomani, poi Sulmona, Melegnano, Mestre, Pavia, Osio Sotto-Bergamo).
Nel capoluogo peligno, che si è candidato ad essere “Città che legge”, il Festival nazionale terrà banco per tre giorni, da venerdì a domenica prossimi, con una serie di incontri e spettacoli che intendono contrastare l’impoverimento culturale-educativo mettendo in rete gli operatori del settore di ciascuna area e favorendo la nascita di una “comunità educante”.
Un appuntamento, dunque, rivolto agli adulti, ma finalizzato ai ragazzi e ai bambini, perché è di loro, di come avvicinarli alla lettura, che si discuterà.
Lo strumento per raggiungerli è la lettura coniugata alla fruizione dell’arte e della musica, quali elementi fondanti la formazione umana, soprattutto per le giovani generazioni.
L’edizione numero due della rassegna è intitolata infatti “Salviamo le note, Salviamo le parole” a significare un cammino volto a (ri)svegliare l’ascolto di una società che sembra più parlare che dialogare. Attenzione per le parole e per le note appunto, anche queste “patrimonio da proteggere salvare e divulgare, insieme a tutte le arti e i mestieri, e alle nenie che un tempo costituivano quel sapere popolare custodito nei volti delle persone”, spiega la direttrice artistica Elisabetta Garilli. L’impegno di Librorchestra è dunque quello di “spostare l’accento sull’attenzione e l’ascolto verso i nostri bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Salvare le parole e le note significa infatti ritrovare la capacità di formulare pensieri propri, critici, abilitanti, per il futuro prossimo”.
Il programma, ad ingresso gratuito, prevede due spettacoli teatrali per bambini e non solo: venerdì 1 luglio al cinema Pacifico (ore 21,15), “Tinotino Tinotina Tinotintintin” e sabato 2 luglio al Foyer del teatro Caniglia (ore 18,30) “30 minuti con: Un pianoforte, un cane, una pulce e una bambina”, entrambi tratti da lavori illustrati della stessa Garilli.
Domenica 3 luglio sempre al Foyer del teatro (ore 10,30) ci sarà invece la tavola rotonda “Salviamo le note, salviamo le parole” finalizzata cioè a creare e rendere consapevole quella “comunità educante” che dovrà invertire una rotta che rischia di mandare alla deriva il nostro futuro.
E chissà se questo servirà, già da questa estate, a sostituire il cellulare con il tradizionale libro sotto l’ombrellone.
Bene ,anzi benissimo