“Io voglio dà due sardelle a Pettinari, tanto che fa. Provincia su Provincia”. Lo ripete più di una volta il consigliere di maggioranza durante la seduta dell’assise tenutasi martedì scorso a Pescara. Le “sardelle” non sono quelle del movimento politico nato a Bologna, ma quelle abruzzesissime delle “mazzate”, anzi delle “mazziate” come si sente anche nel video pubblicato dallo stesso rappresentante dei Cinquestelle sul suo profilo Facebook.
A pronunciare più volte la minaccia, o il desiderio, sarebbe un consigliere regionale della Lega a cui per caso era rimasto acceso un microfono di sala. Parole ripetute mentre il consigliere grillino, in qualità di vice presidente del consiglio, stava espletando le sue funzioni in sostituzioni dell’assente Lorenzo Sospiri. Da quello che si capisce i due consiglieri di maggioranza si lamentano della gestione della seduta di Pettinari che aveva deciso di sospenderla per valutare l’ordine di presentazione di due risoluzioni presentate sull’A14 e tanto basta per trasformare l’assise regionale in una disputa da bulletti di periferia.
Una storia che non finisce qui, perché Pettinari ha già annunciato di voler andare fino in fondo alla questione, dal punto di vista politico-amministrativo, ma anche da quello giudiziario: “Le minacce di percosse alla mia persona in Consiglio regionale da parte di un Consigliere di maggioranza mi lasciano amareggiato e perplesso – commenta il vice presidente del consiglio – Sto scrivendo una lettera al Presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri in cui chiedo ufficialmente di portare questo increscioso evento nella prossima seduta dell’Ufficio di Presidenza. Mi auguro che il Presidente accolga questa istanza doverosa per fare luce su quanto accaduto e procedere per sanzionare e condannare uscite di questo tipo, che squalificano l’intera Assemblea. Mi riservo, inoltre, di tutelare la mia immagine e ritengo, quale Vice Presidente del Consiglio d’Abruzzo, di avere l’onere e l’onore di garantire il buon funzionamento del Consiglio regionale d’Abruzzo. E’ così farò!”.
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