Due più due non fa “sedici”: lo dice la matematica e anche la legge a cui i responsabili del servizio Patrimonio e di quello Urbanistico, la segretaria comunale e l’assessore Antony Leone, si sono richiamati (con tanto di citazione di sentenze del Consiglio di Stato) per rispondere agli interrogativi posti dal consigliere di opposizione Vincenzo Margiotta, in merito al “caso Sedici”, ovvero il progetto dello stilista Andrea Di Nino Malvestuto di ampliare la sua attività a Pratola acquisendo una porzione di suolo pubblico e che il Comune ha definito irricevibile. Un caso diventato anche politico, dopo la furibonda bagarre scatenatasi giovedì scorso in Comune, con sedie che volavano, pugni sulle porte e offese urlate (vicenda che avrà probabilmente una coda giudiziaria).
Il progetto, secondo Margiotta, andava infatti discusso in consiglio e non valutato in camera caritatis dalla maggioranza o dagli uffici. Dubbio che ieri il Comune ha fugato, spiegando che quello presentato da Andrea Sedici, o meglio dalla madre, in data 20 marzo è un “intervento edilizio che prevede l’eliminazione integrale di una scalinata pubblica di accesso e collegamento tra via circonvallazione Orientale e via Carso. Tale scalinata ricade su viabilità pubblica – scrive il Comune – e come tale fa parte del demanio pubblico, inalienabile e non può formare oggetto di diritti a favore di terzi, se non nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi che li riguardano ai sensi degli art. 822 art. 823 del CC”. Tanto più, si legge ancora nella nota, che “nel predetto studio di fattibilità, non figura in alcun modo la volontà della richiedente di realizzare opere compensative di interesse pubblico ma solo e soltanto la eliminazione di una scalinata pubblica. Appare, dunque, evidente dalla lettura della relazione sintetica e dalla analisi delle tavole allegate che l’unica volontà espressa è quella di demolire una strada pubblica, nella fattispecie una scalinata pubblica di collegamento tra due arterie principali del paese, per realizzare un magazzino di esclusivo utilizzo privato e di collegamento tra due immobili”.
Il progetto, almeno quello agli atti, insomma, è irricevibile, perché fuori legge, a meno che non si ricorra ad un Accordo di programma, che quello sì prevede eventualmente il passaggio in consiglio comunale, ma soprattutto deve prevedere una compensazione adeguata a favore del pubblico. Non il nulla per devozione ad un privato, per quanto sia il suo marchio prestigioso e famoso.
“Nella fattispecie in esame il consiglio comunale non può essere chiamato ad esprimere alcunché visto che, peraltro – si legge nella risposta consegnata alle opposizioni -, non risulta agli atti dell’Ente alcuna proposta che abbia ad oggetto richieste consacrate in strumenti giuridici sulla cui valutazione è chiamato ad esprimersi il consiglio”.
Andrea Sedici, in verità, dal Germe sentito dopo i fatti (nonostante gli attacchi gratuiti e infondati fatti dallo stilista alla nostra testata), aveva parlato di un tunnel e della volontà di realizzare “una scala in acciaio con giardino pensile per la collettività”, idea illustrata poi in un “comunicato personale” pubblicato sul suo profilo Facebook ieri e di cui non si ha traccia negli atti ufficiali.
Agli atti, quelli con cui parla la pubblica amministrazione, c’è al momento infatti solo quel progetto di fattibilità presentato il 20 marzo nel quale “si richiede l’acquisizione di una porzione di gradinata pubblica che verrebbe demolita – si legge nella relazione del progetto -. Al posto della porzione di gradinata demolita e dei relitti stradali, (uno già acquisito e l’altro come detto sopra in fase di acquisizione), verrà realizzato un magazzino come da tavole grafiche allegate (in foto). Il magazzino verrà realizzato con una fondazione in c.a. – si legge poco dopo – contigua a quella già realizzata con SCIA prot. n. 17879 del 26.10.2023, ed una struttura portante in acciaio e vetro con rivestimenti in lamiere e cartongesso come da tavole di progetto allegate. Verrà inoltre realizzato un muro di contenimento in c.a. nella parte retrostante (a seguito della demolizione della porzione di gradinata)”.
Nessuna scala sostituiva e nessun giardino pensile agli atti, insomma, ma solo la richiesta di “poter ampliare successivamente i propri spazi organizzativi ed aziendali al fine di poter rimanere radicata al suo territorio di origine”. A meno che questo non sia di per sé sufficiente, secondo l’imprenditore e stilista, a compensare la pubblica utilità. Non sempre, anzi quasi mai, però, due più due fa “sedici”.
Si ma se non si ha traccia dei dati ufficiali …..come fate a dire che non avrebbe voluto rifare la scala ???
Allora per la stessa logica se non si hanno dati ufficiali nemmeno si può asserire che la vuole elimare del tutto !
Quello che voglio dire e’ come si fa a dare contro ad un privato cittadino per sentito dire ??? Questa volta sono contrario
Al modo di fare dell’amministrazione di Pratola !
A mio parere Prima di dare contro pubblicamente ad una persona ci vogliono atti e fatti ….non chiacchiere discordanti e prive di fondamento !
Altro che chiacchiere…
A quanto pare l’unico progetto inviato al comune è quello dell’eliminazione totale della scala per la costruzione del magazzino.
Qualora fosse stato accolto questo progetto non oso immaginare il casino delle opposizioni che già si erano espresse contro quando fu rifatta da questa amministrazione una delle due scale laterali.
Ha fatto bene l’amministrazione a chiarire la questione nel dettaglio.
Lungo la circonvallazione non vige il divieto di sosta? Perché ci sono auto perennemente parcheggiate? Spesso mezza carreggiata e ostruita dalle auto in sosta rendendo difficoltosa la circolazione.
Questo ragazzo ha torto marcio. Pratola è sempre stata una Stalingrado di povertà con le casupole dei contadini una attaccata all’altra e raggruppate nel buio umido di chiuse stradine che sovente induce a malattie bronco-polmonari specie nei ragazzi che, notoriamente da Pratola venivano ai tempi nelle scuole sempre con la fame e la goccia al naso per il perenne raffreddore. La angusta mentalità urbanistica che ne è conseguita è la medesima, si è costruito in spazi stretti a modello di ciò che si è visto e si continua a chiudere con muretti gabinetti stallette riducendo i già carenti spazi dappertutto. Con questa iniziativa si vuole continuare in tale direzione procedendo a chiudere ulteriormente una stradina già stretta e scoscesa in un centro urbano, quando per le attività artigianali di questa validità sono state urbanisticamente prevedute ampie aree apposite con stabili adeguati a svolgere queste attività come per esempio bella zona artigianale di Raiano, già nei pressi del supermercato.
nella zona artigianale di Raiano
Ti sci pur sviet priost per scrive sta cazzat
Scusate, ma non capisco. Se la proposta progettuale è quella mostrata nell’articolo, che è chiaramente irricevibile dato che occupa per intero una porzione di suolo demaniale e prevede l’eliminazione integrale di una scalinata pubblica, perché è stata indetta una riunione per discuterne? Oltretutto si trattava di una “proposta”, nemmeno formalmente presentata agli uffici. Ai miei tempi si presentava ufficialmente un progetto e si riceveva un’approvazione o un diniego; oggi si indicono riunioni su “proposte informali” ed irricevibili. Mah!
Evidentemente proprio per venire incontro all’imprenditore si è organizzato un incontro per spiegare l’irricevibilità e magari discutere di proposte alternative.
Ma se ti presenti con l’avvocato al telefono, ed a quanto pare questo avvocato era poco conciliante e ti metti ad urlare, è del tutto evidente che i tecnici si irrigidiscono e valutano solo quello che hanno in mano, che sia in via formale o informale.
I tecnici comunali non sono dei consulenti, sono i consulenti che devono trovare le soluzioni secondo la normativa vigente, poi i tecnici approvano o meno.
Evidentemente l’imprenditore non si è reso conto che quella riunione era stata posta in essere proprio per agevolare la sua attività attraverso l’individuazione di una soluzione che sposava la normativa vigente.
Si ma ha sbagliato perché l’avvocato era di Venezia,se fosse stato di Genova come per Spinelli la faccenda sarebbe andata in porto. Toti è dappertutto non solo in Liguria.
scusate ma secondo me il problema è proprio alla base…..
se quella è un’area “commerciale”, e quella svolta li è un’attività “artigianale”, allargamento o non allargamento, li, quel tipo di attività, non si può fare proprio! Come ha potuto il SUAP autorizzare un’attività simile? andrebbe fatta chiarezza anche sotto questo aspetto. Finché era un negozio per la vendita di abiti ok….ma se ora è diventata una sartoria con tanto di dipendenti, quindi un’attività artigianale a tutti gli effetti, le cose cambiano. Il brand “Andrea 16” come si intreccia con quello “Patrizia Spose”? Secondo me andrebbe fatta luce anche su questo dettaglio non di poco conto a questo punto.
Ecco Filippo, lei coglie nel segno: i tecnici comunali non sono dei consulenti. Spetta al proponente sottoporre all’Amministrazione un’ipotesi di progetto che rispetti le norme; spetta ai tecnici autorizzarla o meno. In questo caso, invece, l’Amministrazione s’è fatta consulente: è stata indetta una riunione per “individuare una soluzione”, quindi si è voluto cercare una soluzione alla presenza degli interessati, di rappresentanti dell’Ente e dei tecnici comunali. Ottimo l’intento di agevolare l’imprenditore, ma piuttosto irrituale la forma. Oltretutto lo stesso metodo dovrà d’ora in poi adottarsi per chiunque abbia proposte imprenditoriali.
Dalla foto io non vedo nessuna scala. Quindi sarebbe stato eliminato un bene pubblico?
La scala nella foto c’è se guardate bene.
In basso a destra c’è scritto scala 1:100
Quindi essendoci la scala 1:100 il progetto è regolare e andava accettato.
Carta Canta
Barba Gallo e
Canta Cane…. Disse Desio una volta
umilmente penso questo:
Scusate ma Il titolo dell’articolo la dice lunga sulla presa di posizione ahimè anche di questa testa giornalista …..quasi sempre imparziale ma non credo in questo caso (spero di sbagliarmi )
Dietro questa storia vorrei ricordare c è un privato cittadino con la sua azienda da portare avanti e che fa del marketing e della ottima reputazione un pilastro fondante quindi , ragione o torto che abbia , non merita processi sommari , prese in giro e comunicati stampa senza contraddittorio …..
Mi unisco anche io alle sagge parole del consigliere Vincenzo Margiotta …..prima di esprimersi vedere le carte .
Acqua sul fuoco e non benzina che siamo tutti di passaggio sopra a sta terra……buona giornata a tutti.
Ricordo che Pratola Kummann fu molto critica sul rifacimento della scala adiacente il negozio dello stilista, forse perchè lo stilista è il cugino del sindaco????
Che posizione avrebbe preso Pratola Kummann se fosse stata autorizzata l’opera????
Più che Pratola Kummann forse avrebbe fatto Pratola Macioll!!!
Ma dalla foto la scala c’è o non c’è?
Io questo ragazzo ( Andrea sedici) lo vedo spesso in giro insieme a Fabio quindici e Daniele quattordici. Secondo me stanno complottando qualcosa. Pregasi indagare…..
Devono essere in combutta con Renato Zero…
Per gli esperti, un privato cittadino può effettuare lavori su proprietà pubbliche senza autorizzazione?