E’ sabato e anche stanotte si spara – come si dice in gergo – nell’Alto Sangro. L’assenza di precipitazioni non spaventa una delle industrie più fiorenti d’Abruzzo, sicuramente la risorsa principale per le aree interne montane: solo per il Consorzio Skipass Alto Sangro 12 milioni di euro di fatturato, 300 addetti circa che ne moltiplicano 5 ognuno, per un totale di migliaia di posti di lavoro. Con gli alberghi, i ristoranti, i negozi di prodotti tipici presi d’assalto. Non quanto le piste, però. Quelle aperte, almeno. Meta solo nei fine settimana di una media di 30mila sciatori.
Un’industria, insomma, che negli ultimi tempi è stata attaccata dagli ambientalisti, perché, sostengono, con il cambiamento climatico quello del circo bianco non è più un business sostenibile.
Non la pensano così gli operatori del settore, che respingono i presupposti stessi delle critiche: l’energia utilizzata per sparare è un costo inferiore ad una qualsiasi industria di un altro settore e l’acqua utilizzata non va certo sprecata, perché torna alla terra. “Usiamo acqua e freddo e basta” spiegano.
Tant’è che nei giorni scorsi il Consorzio Skipass ha inviato una richiesta alla Regione, anzi ha reiterato la richiesta fatta già a giugno, in tempi non sospetti, quando però gli imprenditori avevano già intuito l’andazzo e proposto soluzioni.
L’idea, anzi il progetto nero su bianco, è quello di realizzare due laghi di pescaggio dell’acqua: poco più di 41mila metri quadrati nel Comune di Barrea che, carte e proiezioni alla mano, avrebbero permesso quest’anno di aprire il doppio delle piste aperte. Anche quando in tutto il resto dell’Appennino non si sciava.
“Parliamo di un’opera strategica che se realizzata – scrive il Consorzio – eleverebbe l’appeal della regione Abruzzo e dell’intero Appennino; affermando indiscutibilmente il nostro territorio come meta del turismo invernale a livello nazionale”.
Dalla Regione, che dovrebbe concedere l’uso dei terreni demaniali, però, nessuna risposta. Né sì, né no. Niente. Un silenzio che ha fatto perdere migliaia di sciatori.
“Il problema, specie quest’anno – spiegano gli operatori – non è il fine settimana, quando comunque arrivano tra Aremogna, Pizzalto e Monte Pratello, decine di migliaia di persone. Ma durante i feriali che sono i giorni nei quali si concentrano di più gli sciatori esperti a cui ci piacerebbe offrire tutte le magnifiche piste che abbiamo, comprese le nere. Basterebbe avere più acqua a disposizione per coprirle, con uno sforzo energetico di poco superiore a quello attuale. Anche se non ci sono precipitazioni, le temperature sono sufficientemente basse per preparare delle piste perfette, completamente innevate e competitive. Basta che ci venga data la possibilità di farlo, ne gioverebbe tutto l’Abruzzo”.
Questo fine settimana saranno comunque 17 gli impianti aperti in Alto Sangro e 7 quelli chiusi che, con i due laghi collinari proposti, avrebbero potuto essere aperti quasi tutti. E tra questi alcuni a servizio di piste molto ambite. Non solo dagli sciatori della domenica.
… un’opera strategica…
Si, come no, “ pro domo loro”…
nell’articolo, a mo’ di sviolinata, si magnificano le centinaia di posti lavoro oltre a quelli all’indotto di bar ristoranti, alberghi ecc. e poi le decine di migliaia di sciatori persi per la mancanza di acqua da sparare nei cannoni di innevamento delle piste, e con le migliaia di sciatori persi davanti agli occhi scorrono i milioni di euro non incassati.
Tutto quasi condivisibile all’apparenza… ma ci si guarda bene dal dire che i due bacini artificiali con tutti i lavori annessi e connessi, quali creazione di strade di accesso, opere di pompaggio e scavi per interrare i tubi… andrebbero a stravolgere l’ecosistema e il paesaggio di una delle meraviglie d’Abruzzo: la Riserva di Chiarano e quella del Laghetto morenico di Pantaniello, situati alle pendici del Monte Greco, su un “ circo glaciale” corollario della Valle di Chiarano.
Salendo dal sentiero di Chiarano, alla vista del laghetto si apre una vista meravigliosa, uno spettacolo della natura per gli occhi e il cuore, un ecosistema naturale intatto, immutato da migliaia e migliaia di anni, pascoli d’altura sconfinati inframmezzati solo dagli stazzi pastorali antichi e recenti… poi volgi lo sguardo a Oriente e in lontananza vedi minacciosi i primi segni dello stravolgimento del territorio, sono le opere realizzate a servizio delle piste… ancora poche per fortuna, per adesso, ma solo per adesso…
Alcuni anni fa si parlava di collegare le piste dell’Aremogna a quelle di Passo Godi, passando per Monte Greco… intanto cominciamo con i due laghi artificiali e opere annesse, e poi si vedrà… piano piano e con pazienza si fece ROMA… se non se lo ricorderanno i padri… e nemmeno i figli… la speranza si riporrà nei nipoti.
S C O R D A T E V E L O… e trovate un’altra soluzione più fattuale…
ALL’IRILLIC CADREC SCIASSY A GABON RUEC MALOUDA SDRIGNECH AECT FRA A LU PIET FORT
Come sono state calcolate le 30000 presenze? Con il numero di Skypass a 50euro?
L’indotto è tutto da dimostrare , inoltre è il caso di investire in nuove e più efficienti strutture sportive (palestre , palazzetti sport, piscine ) al servizio della collettività e non di chi deve spendere 60 euro per 4 ore sulla neve
Se anticamente in inverno la neve era una disgrazia ora grazie a questi imprenditori è diventata una risorsa e le piste fanno invidia a non pochi altri operatori del settore e se nella loro lungimiranza stanno chiedendo di poter potenziare ulteriormente questa realtà non capisco come fa un tubo interrato a togliere la visuale a.uno che deve solo ammirare il paesaggio frecandosene di tutti i.lavoratori e l’indotto intorno a questa industria che per questa zona è come la Fiat a Torino .i50€ al giorno non sono necessari per godersi il paesaggio anche d’inverno
A titolo informativo se prendo lezioni di sci mi spetta la ricevuta fiscale?