Dopo i cervi il mirino sui cinghiali: anticipata di un mese la stagione di caccia nella “zona dell’orso”

Abruzzo forte e gentile ma anche terra di morte a fucilate. La caccia non può attendere. Lo dimostra la delibera di Giunta Regionale per l’abbattimento di 500 cervi. Lo conferma l’apertura anticipata, sempre voluta dalla Giunta guidata da Marco Marsilio, della caccia al cinghiale in “zona orso marsicano”. Lì dove fino allo scorso anno si dava fuoco alle polveri dal primo novembre. Quest’anno, invece, la stagione aprirà con trenta giorni di anticipo: il primo ottobre.

“Una minaccia gravissima per la specie, in particolare per le femmine accompagnate dai loro piccoli nati 7 mesi fa” secondo undici associazioni ambientaliste che chiedono alla Regione di tornare al calendario degli scorsi anni, almeno nella zona di protezione esterna del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise e nella sua area contigua.

A scrivere alla Regione Abruzzo sono stati Salviamo L’Orso, Wwf Abruzzo, Lipu Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Stazione Ornitologica Abruzzese, Federtrek, Appennino Ecosistema, Altura Abruzzo, Orso & Friends, Dalla Parte dell’Orso, Rewilding Apennines.

“Tale provvedimento ha determinato un pericoloso ed inaccettabile passo indietro rispetto alle azioni necessarie ad assicurare la migliore tutela dell’orso bruno marsicano – commentano le associazioni . L’operazione si configura come l’ennesimo regalo della nostra classe politica regionale alle associazioni venatorie, a danno di una maggioranza vastissima di cittadini e di una specie come l’orso che per l’Abruzzo è un vero e proprio simbolo identitario”.

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