
“Potrei parlare con qualche responsabile, qualcuno che ne capisca”: è la frase che Francesca si sente dire più spesso e anche quella che odia di più. Senza prendersela, però, perché ai pregiudizi ormai ci ha fatto il callo. Nonostante e a causa della sua età e del suo genere: una donna che a 27 anni guida un’azienda avviata e si occupa di vendita e manutenzione di auto. “A volte vengono qui anche solo per la spia delle gomme accesa – racconta Francesca Soprano, terza generazione dell’omonima concessionaria – insomma ne sanno molto meno di me, che pure non mi occupo dell’officina in senso stretto”.
Le auto le sono sempre piaciute, al di là del fatto che ci è cresciuta e anche al di là del fatto di non averne mai davvero posseduta una: “Il primo anno di università avevo una Golf del 2011 – ricorda – ma mio padre ha avuto l’occasione di venderla e lo ha fatto senza dirmi niente. Stessa dinamica per la mia prima auto nuova, un’Audi A1: è durata quattro mesi, fin quando il cliente ha avuto la precedenza. Da allora non voglio possedere più un’auto, uso quelle sostitutive che ci sono in concessionaria e in linea di massima vado a piedi e mi muovo con i mezzi quando posso. Questa mattina, ad esempio, non so come tornare a casa”.



Nonostante i pregiudizi, però, Francesca è una che il mondo delle auto lo ha anche studiato: in azienda è entrata nell’agosto del 2021, ad appena 23 anni, dopo essersi laureata in Economia e Management: “Ho fatto subito il corso da responsabile che richiedono Audi e Volkswagen e che dura due anni con aggiornamenti annuali – spiega – sono corsi molto centrati sul marchio e spesso, quasi sempre, in quelli manageriali ero l’unica donna a frequentarli”.
L’azienda, la più antica del territorio, fondata da nonno Domenico nel 1960, l’unica del marchio riconosciuta in tutto l’Abruzzo interno e in tutta la provincia dell’Aquila, è ora lei a gestirla.
Un fatturato da 4 milioni di euro, con oltre tremila clienti.



La mattina alle 8,30 è già in sede: “Fino all’ora di pranzo mi occupo della parte amministrativa e delle pratiche di finanziamento – dice – il pomeriggio della gestione dei clienti e dei preventivi. Mi occupo poi della digitalizzazione e ho appena rifatto il sito internet, ma la parte più impegnativa è quella che riguarda l’organizzazione del lavoro, la formazione e gli aspetti gestionali”.
Nel capannone di viale dell’Industria deve gestire nove dipendenti: 3, più lei, addetti alla vendita e alle relazioni con i clienti, 6 in officina, di cui 2, giovanissimi, assunti negli ultimi due anni. “Abbiamo assunto un meccanico di 27 anni e un ragazzo di appena 21 anni che è già diventato responsabile di magazzino – aggiunge -. L’ho trovato grazie ad un annuncio su Facebook, non aveva nessuna esperienza, diplomato al liceo scientifico, con la passione per la moto. Ora è in formazione e presto avrà una certificazione che gli permetterà di lavorare in tutto il mondo sui nostri marchi”.



Il tema della mancanza di manodopera è una costante: “Trovare un meccanico, ad esempio, è complicatissimo – spiega Francesca – la scuola forma poco e male e quelli che avevano talento, se ne sono andati quasi tutti alle Ferrovie. C’è uno squilibrio formativo tra la scuola e il mercato del lavoro che è molto accentuato: domanda e offerta di lavoro viaggiano su binari paralleli e non solo nel nostro campo. Conosco attività che non riescono a trovare parrucchieri o tornitori, senza contare quei mestieri artigianali come idraulici, fabbri e falegnami”.

Il mercato e il mestiere dell’auto, d’altronde, sono cambiati completamente dai tempi di nonno Domenico e anche di papà Augusto: nel salone espositivo, ad esempio, ci sono solo Volkswagen, perché le Audi ormai le fanno solo su ordinazione. “C’è ancora chi viene in concessionaria perché legato all’attività di famiglia – spiega Francesca – ma di solito chi viene ad acquistare un’auto da noi, sa già cosa vuole, quanto deve spendere e cosa aspettarsi. Oggi la differenza e il mercato non è più la vendita, ma la manutenzione e l’assistenza. E sono queste, ora, a fare la differenza, a fidelizzare un cliente, a convincerlo ad acquistare un’auto da noi”.
A questo si aggiunge il cambiamento culturale ed economico della società: “Oggi avere una bella auto non è più uno status simbol – continua Francesca – senza contare che il potere di acquisto è diminuito considerevolmente, per cui specie sul nuovo e specie con l’avvento dell’elettrico, acquistare un’auto di prezzo medio-alto non è più alla portata di molti. A questo si aggiunga la tecnologia che viaggia velocemente e che rende un’auto obsoleta dopo pochi anni: molti si sono orientati per questo nel leasing o negli affitti a breve e lungo termine. Da gennaio di quest’anno abbiamo anche avviato un servizio di noleggio, per il momento abbiamo solo un paio di auto, vediamo come va, ma è una pratica sempre più diffusa quella di affittare l’auto quando se ne ha bisogno, piuttosto che possederla”.

C’è poi la sfida della transizione energetica che sta impattando molto sull’automotive e non solo nelle vendite: “L’elettrico e la tecnologia hanno rivoluzionato il mercato – racconta mentre ci accompagna in officina – come vedi qui non ci sono macchie d’olio e di grasso, ormai i controlli si basano su software molto evoluti e costosi, che sono investimenti indispensabili per un’officina. La transizione verso l’elettrico è molto veloce e non è facile stragli dietro, anche se il costo dell’elettrico è ancora troppo alto. Ma è una direzione che non possiamo sottovalutare, né non seguire, ne va della sopravvivenza del pianeta. Nel nostro piccolo noi abbiamo montato un impianto fotovoltaico da 20 kw che ci permette di lavorare quasi completamente in autoconsumo, usiamo materiale riciclabile, siamo molto attenti alle certificazioni green”.
Francesca non ha solo la testa ai motori: insieme ad un’altra donna, da qualche tempo, ha fondato una società Diamante Srl di intermediazione immobiliare che è stata al centro ultimamente di qualche polemica per l’acquisto di un locale all’asta: “Ci hanno accusato di aver sfrattato una famiglia – racconta – ma abbiamo semplicemente acquistato un locale commerciale ad un’asta giudiziaria, lo abbiamo riaperto e abbiamo permesso ad un giovane di aprire una sua attività. Diversamente quel posto sarebbe rimasto chiuso. Io ho sempre creduto in questa città e non ho mai pensato di andarmene. Vorrei che i giovani si mettessero in gioco, si dessero da fare. Ce ne sono di volenterosi e bravi della mia età. Bisogna però incoraggiarli: l’accesso al credito oggi è un problema, come lo è l’eccessiva burocrazia. La politica dovrebbe occuparsi soprattutto di questo”.
Per il resto Francesca è una ragazza come le altre: le piace il rock, andare ai concerti, ha un fidanzato e da ottobre scorso è andata a vivere da sola. “Ho preso casa alla villa comunale – racconta – mi piace essere autonoma e indipendente, gestire la mia vita. Alla mia età in molte parti d’Europa e non solo funziona così: non si resta a casa dei genitori fino a 40 anni”.
Donna e giovane donna: anche senza possedere un’auto, si può stare alla guida.

Una famiglia per bene ! Gente che non elosimina nulla e grandi lavoratori !
Ricordo sempre con stima il nonno che si affacciava in officina fino ad età avanzata .
Questa è la gente da rispettare e ammmirare ….non gli urlatori di Facebook che puntando il dito su tutto e tutti e poi sono i primi intrallazzatori da 4 soldi !
Brava Francesca
Brava Francesca il problema sta proprio nelle Aste Giudiziarie….terra di conquista dei soliti noti ed è per questo che andrebbero abolite.