Torneranno i ristori ambientali a Sulmona e Pacentro per il fatto di ospitare sul proprio territorio la discarica consortile di Noce Mattei. Lo ha deciso venerdì scorso il controllo analogo del Cogesa che ha votato all’unanimità il primo punto all’ordine del giorno iscritto dal presidente dell’organismo, il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero.
“Ho parlato molto francamente ai Comuni soci – ha detto il sindaco Di Piero – quando Sulmona mise a disposizione il buco di Noce Mattei, fece un atto di generosità nei confronti di tutto il territorio. Perché al tempo, l’alternativa, sarebbe stata che ogni Comune si fosse organizzato autonomamente. Avremmo avuto così, oggi, una serie di discariche su tutto il territorio, che sarebbero state difficili da gestire dal punto di vista economico e sanitario. Senza contare che il ristoro ambientale, nonostante le sentenze, è un atto dovuto, una legge regionale che non è stata abrogata. Non si tratta di una tassa, ma di un ristoro, legittimo e logico, a chi sopporta un detrattore ambientale come la discarica sul proprio territorio”.
Un detrattore che preoccupa e che, non a caso, ha spinto l’Arta ad eseguire analisi dettagliate sulla zona all’indomani dei dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità sugli accessivi casi di tumori e altre patologie in città. Risultati che dovrebbero essere resi noti nei prossimi giorni.
L’eliminazione del ristoro ambientale era stata votata a maggioranza (senza il voto di Sulmona) all’ultimo bilancio della partecipata: un modo per tagliare i costi di una società ridotta allo stato di crisi e uscita da una guerra interna che aveva spaccato letteralmente il fronte dei sindaci.
L’entità del ristoro dovrà ora essere decisa dalla governance e dall’assemblea dei soci, considerando che fino a due anni fa a Sulmona veniva riconosciuto un “assegno” di circa 200mila euro e circa 40mila per Pacentro.
Soldi, hanno però sottolineato i sindaci-soci, che dovranno essere utilizzati per interventi di miglioramento ambientale e non per coprire altre spese dei Comuni. Primi fra tutti l’abbattimento dei miasmi che hanno reso impossibile la vita dei residenti. L’ex amministratore unico di Cogesa Franco Gerardini aveva anche indicato come: a partire dalla piantumazione di alberi intorno alla discarica e all’impianto che fungano da barriera naturale ai rifiuti.
Nella riunione di venerdì si è cominciato ad affrontare anche il delicato tema delle vertenze sindacali della partecipata: ben 43 che rischiano di peggiorare la già difficile situazione finanziaria di Cogesa. L’amministratore unico, Nicola Sposetti, ha presentato al controllo analogo una transazione per 17 posizioni. I sindaci, tuttavia, hanno chiesto ed ottenuto di avere un quadro più generale, che prenda in considerazione cioè posizioni e spesa per la chiusura di tutte le vertenze. Per questo il punto all’ordine del giorno, e quelli successivi, sono stati rinviati alla prossima riunione, aggiornata al 23 agosto.
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