E’ un atto dovuto, anche perché ora dovranno essere eseguite le perizie tecniche e con queste sarà necessario garantire i diritti degli indagati che oggi stesso dovrebbero ricevere l’avviso di garanzia.
Tra questi c’è anche il sulmonese Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi a cui appartengono le reti ferroviarie utilizzate da Trenord e dove giovedì scorso, poco prima delle sette del mattino, il treno regionale 10452 da Cremona a Milano, poco prima della stazione di Pioltello, è deragliato causando la morte di tre donne.
L’accusa che vede al momento indagate quattro persone (oltre a Gentile, Umberto Lebruto direttore di produzione di Rfi e Cinzia Farisè ad di Trenord e Alberto Minoia direttore operativo delle ferrovie del nord) è quella di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. La procura di Milano vuole capire se e di chi siano state le responsabilità di questa tragedia del quotidiano, pendolari che si stavano recando a lavoro e che sono rimasti coinvolti in pochi minuti in quell’inferno di lamiere.
L’incidente, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato causato proprio da un disfunzione del binario e cioè una giunta rotta di circa 23 centimetri che ha fatto uscire dalla guida la terza e quarta carrozza del treno, poi accartocciatesi contro un palo, uccidendo tre donne e ferendo 46 passeggeri.
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