Sono in otto a correre per il posto da direttore generale del Cogesa, il cui bando è scaduto la settimana scorsa, con disponibilità a ricoprire la carica ad un mese dalla scelta che farà la commissione (ancora da nominare). Scelta che, verosimilmente, cadrà contestuale a quella del nuovo amministratore unico della società che, in teoria, dovrebbe essere scelto durante la prossima assemblea convocata per il 21 dicembre e, in seconda convocazione, il 22.
Tra i nomi dei candidati ci sono due peligni: il coordinatore – di fatto direttore facente funzione – Stefano Margani e l’ex presidente di Saca, Luigi Di Loreto.
Nel bando, infatti, è previsto che la “comprovata qualificazione non inferiore a 4 anni, nel settore ambientale con particolare riferimento all’attività di gestione dei rifiuti”, sia compatibile ed equiparabile anche per le società “operanti nel campo delle utilities (energia, acqua, ambiente e servizi connessi)”. Un requisito che, seppur estraneo alla gestione dei rifiuti, ha permesso all’uomo di Gerosolimo – nonché collega di studio dell’ex amministratore unico di Cogesa Vincenzo Margiotta – di presentare la sua candidatura alla direzione.
Non c’è tra i candidati, invece, Francesco Girardini, già amministratore dell’ASA di Tivoli (dove ha salvato la società), che era uno dei papabili a ricoprire la carica. Ben voluto dai 5 Stelle, Girardini sembra abbia declinato per altri incarichi.
La selezione sarà fatta sulla base dei curricula (ovvero per titoli) e colloquio, con 10 punti per il titolo di studio, 50 per il titolo di servizio, 10 per altri titoli e 30 per il colloquio. Dopo i quattro anni di esperienza maturata – si legge nel bando – sarà assegnato 1 punto (sui 25 massimo concedibili) per ogni mese di servizio. Chi ha fatto due mandati, insomma, parte già con un bel gruzzolo.
A proposito di gruzzolo, la retribuzione base parte da 75mila euro annui, a cui però potrà aggiungersi una somma a titolo incentivante. E non è un caso che sul bilancio siano stati previsti 120mila euro per la figura apicale della società che avrà un contratto a tempo determinato triennale e rinnovabile, con sei mesi di prova.
Chiunque sia, però, il futuro direttore non avrà vita facile: le condizioni impiantistiche e gestionali del Cogesa, infatti, come certificato dalla perizia del tecnico incaricato, sono tutt’altro che rosee.
Altra pagina, ma non al direttore scollegata, è quella poi dell’amministratore unico che dovrà essere scelto dai sindaci. Al momento non sembra ci siano accordi tra i soci, ma probabilmente le carte saranno scoperte il prossimo 11 dicembre, quando cioè si riunirà il controllo analogo della partecipata per approvare il consuntivo 2022 – con 1,8 milioni di euro di buco – e per eleggere la nuova governance. Quella attuale, ovvero il Cda rimesso in sella dal tribunale, dovrebbe cessare infatti le sue funzioni dopo l’assemblea. Dovrebbe.
Azzardo una previsione. Direttore Generale ai civici ed Amministratore Unico agli aquilani!
I fedelissimi del futuro Direttore sono già in Festa. Auguri Sulmona.
spero vivamente che non si avverino queste previsioni.. per il bene di tutti. ci vuole un direttore fuori dagli schemi politici e scollegato al passato! siamo ancora in tempo
Spero vivamente al contrario di quanto sopra che vinca il concorso, persona preparata per bene. L’invidia lasciamola altrove.
L’invidia è il male di questo territorio, quando uno fa un pochino più di te..
Magari non capisco perché invidia quando e’ sotto gli occhi di tutti la situazione del Cogesa. Se poi Tu hai un “ottica” particolare Buona Fortuna e Buone Feste.
A mio parere uno che merita e’ Margani …Comunque sia e’ persona seria che lavora lì da anni !
Avrei messo nel bando là clausola : “ non avere avuto incarichi politici negli ultimi dieci anni “ ….ma purtroppo è un mio umile pensiero !
bene,un carrozzone da chiudere immediatamente,i bilanci sono sotto la luce del sole e parlano da soli,si fa finta di niente,paga pantalone,purtroppo i Cittadini consapevoli,quelli che tirano pedate a tutti gli amministratori incompetenti,incapaci,inconcludenti,inutili agli scopi del mandato,sono pochi,pochissimi,ragione per la quale al peggio non c’e’ mai fine,Legalita’ diffusa per uscire dalla palude,e basta,o no?
Io avrei inserito la clausola di incompatibilità a chi ha ricoperto incarichi nominati dalla politica negli ultimi 10 anni. E per incarichi intendo nomine che sono scollegate dalla capacità tecnica del soggetto. Per quel ruolo ci vuole un tecnico non un legale.
Sappiamo tutti come andrà a finire …