Seduta tra il vice sindaco e l’assessore alla Cultura, vestito blu, borsa bianca e risate di cuore. E va bene che si è dimissionari, ma proprio il giorno dell’amico Gabriele quel posto in prima fila non si poteva disertare. Con tutte le tivù nazionali, gli ospiti illustri, la piazza piena.
Gli “amorosi sensi” di Ovidio, insomma, hanno risvegliato quello del primo cittadino per la carica istituzionale. Dimissionario, ma non troppo, non abbastanza almeno da rinunciare alla prima fila dello spettacolo di Cirilli. Che mancava solo la fascia tricolore.
A chi, tra i consiglieri di maggioranza si diceva preoccupato appena ieri per le condizioni psicologiche del sindaco Annamaria Casini, per il suo senso di prostrazione e delusione dovuto al progetto svanito, alla coalizione disintegrata e a quelle dimissioni protocollate sabato e accompagnate da una lettera amara, ecco che la risposta, e la rassicurazione, è arrivata ieri sera. Nella piazza fu maggiore, per un altro giro di giostra che non fosse la Giostra.
Il nostro Gabriele Cirilli, insomma, come il Cristo, ha imposto le mani e la risata e il terzo giorno Lazzara è resuscitata, pronta magari a tornare in sella.
Che non fosse questo il segnale che si aspettava?
Nessuno sia chiaro vuole negare alla Casini il diritto di godere di uno spettacolo, tanto più se a farlo è un amico d’infanzia e di scuola come Cirilli, ma certo, data la situazione politica e istituzionale, qualche fila più indietro la sindaca poteva andare. Così giusto per non far vedere. Che tanto da ridere non c’è.
Perché le istituzioni e il fair play della politica hanno un loro codice, un loro cerimoniale e disattenderlo così palesemente significa o non avere senso del ruolo e delle istituzioni o, e allora tutto cambia, voler dare un segnale politico ben preciso. Ovvero che lei è ancora il sindaco e che lo sarà ancora, che le dimissioni ha deciso già di ritirarle dopo la grigliata di Ferragosto, visto che le cena di Natale è andata bene senza il peso della fascia a tracolla.
E’ un’ipotesi, una possibilità, che quella risata fragorosa in prima fila suggerisce e insinua e che in fondo oggi, dopo ieri sera, appare neanche così remota.
Come fosse una partita a poker, di quelle che lo stesso sindaco ha stigmatizzato nella sua lettera di fuoco accusando i suoi consiglieri: il bluff è andato bene, chissà. Comunque ci siamo divertiti. Soprattutto la città non sta più nella pelle.
Che risate.
Non trovo nemmeno forzatamente legami tra uno spettacolo teatrale e la vita politica della città.
C’è la crisi in Comune… e allora?
Il segnale come giustamente detto nel servizio è stato dato alla cittadinanza… sia dal sindaco che da “parte” della giunta comunale.
Fino al 31 “si è ancora il sindaco della città di Sulmona” e non ravvedo alcun problema se si sono fatte due risate in “pubblico”… ci ha (hanno) messo la faccia e poi il 31 se ne saprà qualcosa in più e poi si vedrà se sarà “farsa, commedia o tragedia”.
Ma che vi ridete, continuate a fare le valigie e subito un commissario!