
E mentre la consigliera Elisabetta Bianchi (Fi) chiede un Consiglio comunale in cui analizzare motivazioni e retroscena delle dimissioni, la Lega-Sulmona accoglie “festosamente due eventi”, scrive in una nota, ossia “la fine della farsa dell’amministrazione comunale civico-cinica Gerosolimo-Casini (salvo conversioni post ferragostane) e la conclusione dell’esperienza tragica del Governo Regionale”. L’attacco dei leghisti peligni si rivolge, dunque,
principalmente a Gerosolimo e D’Alfonso. Il primo (definito “burattinaio” in stile Mangiafuoco) perchè “ha creduto di prendere tutto il potere per se stesso ed i suoi amici strettissimi, lasciando la città in balia dell’inesperienza e dell’impreparazione tanto che, dopo due anni le tante criticità sociali ed economiche, strutturali ed infrastrutturali si sono solo aggravate con le operazioni di liquidazione e svendita della Citta di Sulmona, barattate con poche personali contropartite”. Un civismo che perde di credibilità per le sue “costruzioni civico-ondivaghe”frutto di “opportunità e sudditanza”. Non si risparmiano frecciatine ovviamente come quelle riferite al suo contributo nel declassamento dell’ospedale di Sulmona “in cambio della benevolenza dei di Pangrazio”; della bretella che, sostengono dalla Lega, taglierà fuori Sulmona dall’alta velocità; dei posti di lavoro “promessi a Sulmona” ma dei quali nessuno si ricorderà “se non qualche amico degli amici miracolato nelle partecipate e nelle utilities comprensoriali”

E poi il secondo, D’Alfonso, che “devia il tiro contro il PD, contro FI e contro la LEGA dopo aver questuato con gli stessi partiti una candidatura sia alle politiche prima che alle prossime regionali adesso”. Una “politica inciucista” proiettata “all’utile politico carrieristico ed affaristico personale ed in questo il nostro assessore dobbiamo
riconoscerlo, è un maestro” aggiungono definendo l’amministrazione Casini la peggiore degli ultimi 50 anni.
S. P.
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