Dimensionamento scolastico, il Milleproroghe “salva” 4 istituti in Abruzzo. Cgil: “Solo un rinvio”

“Un piccolo passo frutto dell’iniziativa della FLC CGIL che, per oltre un anno, ha contrastato a livello nazionale e territoriale il taglio delle scuole”. Così la sigla sindacale in un comunicato definisce l’approvazione di ieri da parte della giunta regionale della proposta di piano di dimensionamento scolastico presentata dall’assessore Quaresimale. Un piano che vedrà nell’anno 2024/2025 il taglio di tre istituti scolastici in provincia dell’Aquila (come il precedente), due in quella di Chieti e due nella provincia di Pescara, per un totale di 7 istituti in luogo degli 11 inizialmente previsti.

Un provvedimento reso possibile dalla previsione nel decreto Millepropoghe della possibilità di deroga fino al 2,5% del numero di scuole da tagliare; misura che però non soddisfa chi da da mesi lotta in Abruzzo contro un dimensionamento scolastico inaccettabile. Si tratta infatti di un provvedimento temporaneo, valido solo per l’anno scolastico in corso, che“non rappresenta un vero cambio di strategia politica”. Insoddisfatta la FLC CGIL che nel provvedimento vede “il solito gioco delle tre carte che rischia di spostare solo di un anno il taglio effettivo” con la beffa di finanziare le deroghe con le risorse del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa nelle scuole.

Promette ancora mobilitazione il sindacato di fronte ad un intervento che di fatto rinvia al 2026/2027 la soppressione di altre 6 scuole per arrivare a 177 istituzioni scolastiche in luogo delle 190 attualmente esistenti.

Come tante volte nei tavoli provinciali e regionali si è cercato di sollecitare i politici affinché intervenissero per “tutelare le specificità del territorio che rendevano necessaria una deroga ai criteri generali” così oggi i sindacati continuano a chiedere ai rappresentanti politici del territorio di attivarsi per scongiurare ulteriori soppressioni. Con la promessa di “continuare a mobilitarci e a lottare per questo obiettivo” perché “tornare indietro è sempre possibile, occorre solo la volontà politica di farlo”.