E’ molto dura e decisa la posizione presa dall’ANCI Abruzzo e da Marianna Scoccia in merito al dimensionamento scolastico che, entro il prossimo anno, prevede tre “tagli” nella provincia dell’Aquila. A rischio accorpamento, per quanto riguarda Valle Peligna e Alto Sangro, sono alcuni plessi di Sulmona, Castel di Sangro e Roccaraso.
Il gruppo di lavoro della Provincia dell’Aquila ha proposto l’accorpamento della “Serafini-Di Stefano” con l’istituto “Radice-Ovidio”, per quanto concerne la scuola secondaria di I grado e la scuola primaria. E’ stata proposta, inoltre, l’aggregazione con l’istituto “Mazzini-Capograssi” per l’infanzia in via Crispi e in via Angeloni. Nell’Alto Sangro, invece, l’unione riguarderà i plessi di Roccaraso, l’istituto comprensivo di Castel di Sangro l’I.I.S. Patini-Liberatore.
“Se l’obiettivo del PNRR è quello di mettere il sistema scolastico al centro della crescita del Paese – scrive il presidente Gianguido D’Alberto, di ANCI Abruzzo-, riducendo le distanze territoriali e sociali, le scelte di applicazione rigida che il Ministero sta imponendo e che la Regione Abruzzo, a cascata, sta effettuando in materia di dimensionamento scolastico vanno in direzione assolutamente contraria, prevedendo tagli di risorse preziose per il territorio delle nostre aree interne. Lo stesso PNRR istruzione, nel prevedere una riorganizzazione del sistema scolastico, mira a fornire soluzioni concrete alla riduzione del numero degli alunni per classe e al dimensionamento della rete scolastica ma non in un’ottica di tagli bensì di resilienza e di ripresa”.
“Oggi – prosegue – si propongono politiche che sottolineano la necessità di rivitalizzare le aree interne, tanto da portare avanti un Ddl montagna che stanzia importanti risorse per evitare lo spopolamento delle zone montane introducendo anche tutta una serie di disposizioni sulle scuole di quelle aree per evitarne l’estinzione, e dall’altro invece si promuovono azioni che le vanno a penalizzare ulteriormente”.
Il PNRR, per quanto concerne la riforma dell’organizzazione del sistema scolastico si pone, tra le altre cose, “il superamento dell’identità tra classe demografica e aula, anche al fine di rivedere il modello di scuola”. Un passaggio che per il Presidente Anci Abruzzo invece di tradursi nell’adozione di soluzioni volte a favorire la qualità della didattica, anche attraverso il superamento dei criteri fino ad oggi adottati nella formazione delle classi, si sta concretizzando in un mero taglio di risorse economiche e professionali.
“Sono i temi che ho avuto modo di evidenziare in occasione del mio intervento a Genova, all’Assemblea nazionale dell’ANCI, la sfida a cui siamo chiamati oggi – conclude -. Facendo mie le preoccupazioni espresse in questi giorni da Comuni, Province, Sindacati, non posso che evidenziare la necessità di attendere il pronunciamento in merito della Corte Costituzionale e di chiedere al Ministero di invertire la rotta e alla Regione Abruzzo di valutare la possibilità, almeno per l’annualità 2024/2025, di prevedere una copertura economica transitoria volta a salvaguardare le 11 dirigenze che ad oggi andrebbero tagliate. Questo nelle more dell’individuazione, proprio alla luce degli obiettivi del PNRR e nell’ambito di una necessaria interlocuzione con tutti i soggetti e il Ministero, di una diversa organizzazione del sistema scolastico”.
Il dimensionamento, soprattutto in Abruzzo, andrebbe infatti a colpire soprattutto le aree dell’entroterra, almeno secondo la proposta avanzata dall’Ufficio scolastico regionale e fatta propria dalla Regione nelle more che si esprimano le Province. “In Abruzzo, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, è previsto il taglio di 11 dirigenze – sottolinea D’Alberto –che si concretizzerebbe nell’accorpamento di diversi plessi con effetti negativi sull’adeguata gestione dell’offerta formativa.”
Al contrario, per il Presidente Anci Abruzzo, “Oggi se vogliamo combattere lo spopolamento delle aree interne che sono il cuore dell’Abruzzo e che già vivono una carenza di servizi oggetto di disuguaglianze territoriali, oltre alle risorse finanziarie dobbiamo garantire misure specifiche alle nostre popolazioni, che consentano di conservare sul territorio tutti i servizi minimi essenziali, a partire dalla scuola. Servizi che devono essere potenziati e non tagliati in base a un mero criterio numerico. Solo così potremo garantire su tutto il territorio uguaglianza di diritti sociali e civili, uguaglianza di servizi e di futuro.”
“La questione è molto complessa – commenta il sindaco di Prezza, Marianna Scoccia – ed andrebbe affrontata con una visione più ampia e senza soffermarsi sul mero conto matematico, includendo tra i parametri di valutazione quello relativo alla conformazione geografica dell’Abruzzo, soprattutto della nostra Provincia. Avendo a cuore il problema ho subito avviato dei colloqui con il Presidente della provincia e nei prossimi giorni, in Consiglio Regionale, porterò la voce dei piccoli territori montani e svantaggiati dal punto di vista orografico proponendo l’adozione di criteri maggiormente legati alle esigenze dei cittadini e meno a calcoli algebrici che penalizzano un intero territorio. Bisogna tutelare e aiutare i cittadini che vivono lontani dai centri più popolosi, prevedere politiche di rilancio delle zone deboli demograficamente e non condannarle ad un vero e proprio esilio”.
Buongiorno Principesse🤩e Principi addormentati sfondatori vari di porte aperte con vacche fuoriuscite!
Potevate venire alle riunioni convocate alle quali foste pure invitate/i
A Sulmona in Comune 3 almeno da luglio in poi… tardive ma ci furono.
Ci potevamo contare sulle punte delle dita i presenti (sindaci, OOSS, DS e affini
Concetta Di Prospero
Cisl Scuola
avete Scocciato. mi urta il sistema nervoso solo a sentire parlare di determinate persone in vista delle elezioni. piuttosto non voto.
Il problema è tutta conseguenza del calo demografico scolastico.
È una storia vecchia, c’è poco da fare e recriminare e non è il primo taglio subito.
laruecc a li giangiot a cadrec li gabon sciassy ect a lu piet fra ma ect a lu piet fort fra
Si ridurranno il numero delle dirigenze scolastiche e non il numero delle scuole. Non mi srmbra ci sarà una riduzione di servizi nei confronti dell’utenza. Dov’è quindi il problema?
Ma certo, e lo sanno bene.
Solo che in “politica” l’arte del “vendere fumo” e del far passare anche in altro modo “interessate” proprie situazioni anche “critiche” di “quanto” da lei giustamente e ben evidenziato può essere di questi “tempi” un “ben miscelato pronto all’uso più vario”, utile e diverso (?), alla pari delle solite e continue surrogate ciofeche propinate sul “territorio di competenza” che ci avvelenano e che da anni non danno risultati sul territorio se non “negativi”.