Una vicenda che in queste ore sta tenendo alta l’attenzione di cittadini, utenza, sindacati e che vede contrapporsi in posizioni nettamente diverse Asl e Comune di Sulmona.
Solo ieri la perentoria decisione della Asl di Tordera, se il sindaco non sospenderà l’ordinanza la direzione sanitaria si troverà costretta ad autorizzare l’effettuazione delle prestazioni diagnostiche di Medicina nucleare nel presidio ospedaliero dell’Aquila, non potendo interrompere le attività del Centro di salute mentale (in realtà di fatto già ridotte alle sole emergenze), con conseguenti disagi per l’utenze dell’area di Sulmona. Parliamo dell’ordinanza emessa dal sindaco Casini che ha sospeso le attività del Csm ex Cim e del Centro diurno di via Mazzini dopo il sopralluogo del Nas, edificio e locali trovati in gravi criticità strutturali, che potranno riaprire solo quando insomma saranno sanati i problemi come da prescrizione dei carabinieri. Ma nei quali, tuttavia, continua a restare Neuropsichiatria infantile.
A schierarsi dalla parte del sindaco di Sulmona è il sindacato delle professioni infermieristiche Nursind che diffida il direttore generale Tordera dall’interrompere le attività sanitarie del reparto ospedaliero di Medicina nucleare. Non ci sta alle motivazioni il segretario Nursind Antonio Santilli: “Ci chiediamo se questa non è una scusa per privare l’ospedale anche di questa unità operativa, visto che il sanitario assunto per pubblico concorso specificatamente per l’ospedale di Sulmona è stato immediatamente depistato verso l’ospedale dell’Aquila non avendo mai espletato stabile e continuativo servizio presso il nosocomio peligno”.
Santilli incalza: “E’ forse malizioso pensare che la vicenda del Csm non sia solo una scusa per chiudere definitivamente il reparto di Medicina nucleare di Sulmona, magari facendone ricadere la responsabilità sul sindaco di che, precludendo lo svolgimento e le attività nella struttura del Csm non ha fatto altro che il proprio dovere per ragioni di sicurezza pubblica”.
Nelle prossime ore i tecnici della Asl si incontreranno con la direzione sanitaria per studiare soluzioni alternative, soluzioni che però non sembrano esserci. Di spazi a disposizione non ce ne sono e quelli risicati per il Csm nel reparto di Medicina nucleare dovranno in teoria sloggiare il 7 dicembre, per far posto, a partire dal 12, alle visite mensili di Medicina nucleare, sempre che Tordera non dia seguito alla sua minaccia a trasferisca tutto all’Aquila.
Intanto in questo botta e risposta tra Comune ed Asl, tra responsabilità, sospensioni, interruzioni e prestazioni dirottate nel capoluogo, a rimetterci è solo l’utenza, i cittadini in attesa che qualcuno trovi una soluzione e se ne venga finalmente a capo.
Anna Spinosa
Altro elemento del progetto”eliminazione Sulmona”
Mai commento più fu semplice ed azzeccato.
Bravo e quoto.