Un caso di tubercolosi è stato diagnosticato ieri all’ospedale Santissima Annunziata di Sulmona. Un giovane di diciassette anni, infatti, che era stato ricoverato l’altra notte per sintomi febbrili è stato trovato positivo al batterio detto anche bacillo di Koch.
Il giovane è stato trasferito quindi al reparto malattie infettive di Avezzano dove attualmente è ricoverato e sotto osservazione. Le sue condizioni non sarebbero gravi, tuttavia la diagnosi dell’infezione ha fatto scattare il protocollo di sicurezza sia all’interno dell’ospedale che nei luoghi frequentati dal ragazzo.
Controlli sono stati disposti in particolare sul personale sanitario (medici e infermieri) sia del pronto soccorso, sia del reparto di medicina, dove il ragazzo è stato ricoverato per un giorno. La trasmissione della tubercolosi, infatti, avviene per via aerea, attraverso starnuti, saliva, tosse e l’infezione più delle volte colpisce i polmoni, anche se di fronte ad un sistema immunitario forte il bacillo viene debellato dall’organismo.
Per lo stesso motivo, ora, il servizio di prevenzione territoriale predisporrà nei prossimi giorni controlli anche nella scuola e negli ambienti (familiari e amici) che sono entrati a contatto con il ragazzo, per verificare appunto se la malattia infettiva possa essersi diffusa anche su altri soggetti.
Il vaccino contro la tubercolosi non è più somministrato da anni ed è obbligatorio solo per le fasce considerate a rischio (tra cui appunto il personale sanitario), perché la malattia è stata sostanzialmente debellata in Italia dove si registrano 10 casi ogni 100mila abitanti.
Nella maggior parte dei casi, poi, in un individuo sano e che vive in condizioni igieniche buone, la malattia non attecchisce. Per questo, ora, bisognerà capire come sia stato possibile che un ragazzo di diciassette anni sia risultato positivo al batterio.
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