
Candidata al Premio Strega Poesia 2023 dal Comitato scientifico è risultata tra le 44 opere semifinaliste del prestigioso premio. Un riconoscimento importante per Simona Mancini, quarantasette anni di Sulmona, scrittrice, ricercatrice, insegnante, che vanta collaborazioni prestigiose internazionali, come quella con la canadese Marie-José Des Rivières, o con la newyorkese Anna Kaiser che le ha affidato la traduzione di Horse Behaviour.
Il suo “Di madre nuda” (PeQuod edizioni), silloge poetica articolata in sette sezioni, sarà presentato venerdì prossimo (ore 16) nella sede “temporanea” della biblioteca Capograssi di via Gennaro Sardi, con una “chiacchierata” che sarà moderata dal professor Oreste Tolone.
Il viaggio di “Di madre nuda” è un viaggio poetico con il quale l’autrice (all’esordio come poetessa) si confronta e racconta, attraverso sette tappe che non sono solo cronologiche e non solo autobiografiche: nella prima (Nove Anni) l’autrice rievoca, per brevissime drammatiche sequenze, la prematura e improvvisa morte del padre. Nella seconda (A luce spenta) esplora le crepe di un “Io” irrimediabilmente ferito. La terza (Dio diserta il mio cuore) è un grido rivolto proprio a Dio, l’invito a manifestarsi finalmente, o a sparire una volta per tutte. La quarta (Mare sporco) tenta di filtrare le impurità insite nell’altro da sé. Nella quinta (Imperfezioni) troviamo poesie non concluse o forse mai nate, versi che rifiutano di legarsi in rima negando ogni precedente soluzione ritmica e sonora. La sesta (Accademia d’ipocrisia) funge da manifesto all’intera raccolta ed esprime il rapporto simbiotico dell’autrice con la parola scritta e con la complessa trama di riferimenti retorici e simbolici a essa sottesi. Nella settima (Di madre nuda), che presta il nome all’opera tutta, la Mancini racconta le contraddizioni profonde dell’essere madre, esperienza che è insieme pura gioia e tormento angoscioso, verità limpida e spudorata menzogna.
“La poesia è la parte di noi che non sa stare al mondo – scrive la Mancini -. Quella azzoppata alla nascita. Scampata alla rupe. Così mi muovo nell’universo delle parole come se fosse la sola dimensione possibile dell’esistere. A dettare il ritmo sono infinite rime che mi piovono addosso, impreviste”.
Simona strega davvero con i suoi versi incisivi, tra il malinconico e il rabbioso, complimenti Simona