Il primo passo è stato fatto. Ora c’è da completare la corsa e tagliare il traguardo prima dell’arrivo dell’autunno. E il tempo scorre, inesorabile, perché il 30% del Progetto AcquaVella dovrà essere consegnato entro il 30 settembre. Pena: il rischio di perdere i fondi Pnrr stanziati per la riqualificazione. Ieri è arrivato l’affidamento del servizio attinente l’ingegneria e l’architettura consistente nella verifica preventiva della progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori di riqualificazione del Parco Fluviale “Augusto Daolio”. Un affidamento andato allo Studio Tecnico Associato Progetto Integrato, dall’importo di 20mila euro, centesimo più, centesimo meno.
Dopo Ferragosto, o quantomeno entro seconda metà del mese, dovrebbero partire i lavori assegnati lo scorso luglio a Pangea Consorzio Stabile S.c.ar.l., al prezzo di 3 milioni di euro. Interventi da concludere entro e non oltre il 30 settembre. I tempi sembrano stretti, ma da Palazzo San Francesco fanno capire di non essere preoccupati. “Bisogna partire presto, senza dubbio – spiega il vice sindaco, Sergio Berardi – ma useremo tutti gli strumenti a disposizione dell’appalto per arrivare al 30% della spesa entro la data stabilita. Confido in un lavoro chiuso rapidamente”. Le parole di Berardi rassicurano. L’architetto, dopotutto, vigila con sguardo attento alla qualità del progetto, a cui tiene particolarmente.
Tempi lunghi, invece, per l’affidamento dell’area. Il Comune non si è guardato ancora attorno e sul tavolo non ci sono ipotesi. “Dobbiamo ragionarci prima che i lavori siano conclusi”, precisa Berardi che non vuole la creazione di una cattedrale nel deserto. “Se non stabiliamo a quale soggetto affidare la gestione il rischio è che il parco diventi un luogo abbandonato e degradato”.
D’altronde il “Daolio” è caduto nell’oblio. Luogo poco attrattivo per gli eventi. Tant’è che oltre a qualche sgambata per i cani e una passeggiata primaverile, sul radar non si segnalano manifestazioni nel 2024. Nessun concerto, né iniziative di rilievo. Né durante la scorsa primavera, né per l’intera estate. E pensare che neanche dodici mesi fa la voce di Federica Carta prima, e le note di Stefano Bollani poi, hanno allietato a pochi metri dal Vella. Il teatro (erroneamente chiamato da molti anfiteatro), avrebbe dovuto ospitare anche uno dei due street food del cartellone estivo 2023. Quest’anno, addirittura, i cancelli sono stati chiusi a doppia mandata con i lucchetti. La prima volta, ad aprile, perché non c’era nessun dipendente comunale per aprire il Parco. Neanche i percettori del reddito di cittadinanza, ai quali il contratto era scaduto pochi giorni prima. A inizio luglio, invece, un atto vandalico con il lucchetto che ha sbarrato l’ingresso in piazza Capograssi. Ma il parco, con cancelli aperti o meno, fatica a pulsare.
…OGNI LAVORO MOGLIORATIVO DA SVOLGERE IN QUESTA CITTA’ PROCEDE SEMPRE CON ESTREMA LENTEZZA ED INCERTEZZA MANCANDO SEMPRE 1 CENT. PER ARRIVARE AD UN EURO….SVEGLIAAAA AMMINISTRATORI, QUI CI SONO IN BALLO SOLDI E LA DIGNITA’ E CREDIBILITA’ DI UNA CITTA’. GLI AMMINISTRATORI DELLE CITTA’ TURISTICHE DOVREBBERO ESSERE VULCANI IN CONTINUA ERUZIONE E NON DEI BRADIPI APATICI….FORZAAAAA….
Appunto, ben detto, ergo, considerato che il “bradipismo” ormai è radicato (oppure semplicemente voluto) … Via tutti dai così detti e diamo sulmona nelle mani di competenti e all altezza , su dai, andatevene alla casa ,su