Detenuto ingoia una lametta e minaccia gli agenti. La Penitenziaria chiede di usare il taser

Ha ingoiato una lametta e poi ha minacciato gli agenti che erano di guardia che, non senza difficoltà, sono riusciti alla fine ad immobilizzarlo e trasferirlo in infermeria. Un altro, l’ennesimo, gesto violento e in questo caso anche autolesionistico all’interno del carcere di via Lamaccio a Sulmona. È accaduto l’altra sera quando un detenuto di alta sicurezza, sieropositivo, ha messo in atto la sua protesta-insubordinazione, costringendo i baschi blu ad avviare una difficile trattativa con il timore di rimanere infettati come lo stesso detenuto aveva minacciato. Alla fine, bardati e protetti, gli agenti sono riusciti a fermarlo, ma la polemica, quella, non si è fermata.

La sicurezza dietro le sbarre è sempre più difficile, tant’è che proprio ieri la Uil ha scritto al neo ministro Carlo Nordio chiedendo di dare in dotazione agli agenti della penitenziaria la pistola taser: “Uno strumento che dovrà essere usato da persone formate e di fiducia – spiega Mauro Nardella, della Uil PA – ma che riteniamo possa ridurre di circa il 50% le aggressioni in carcere, perché permette di evitare il contatto con i detenuti riottosi e funge allo stesso tempo da deterrente”.

I numeri, d’altronde, sono quadruplicati rispetto al periodo pre-pandemia: le aggressioni in carcere sono state quest’anno quasi 1700 a fronte delle 350 del 2019. Solo a Sulmona negli ultimi mesi cinque agenti sono finiti in ospedale, due dei quali costretti ad interventi chirurgici maxillofacciali.

“Passano gli anni, si susseguono i governi in questo Paese, ma il tema carcere non desta alcuna attenzione da parte dei nostri governanti, di qualsiasi collocazione politica essi siano – continua la Uil -. Il carcere è diventato un cassetto dove riporre i problemi che non vogliamo vedere ed affrontare. Per questo motivo riteniamo sia utile dotare il Corpo di polizia penitenziaria della pistola taser”.

Un confronto era stato avviato già con la ex ministra Cartabia: “La stessa ministra non si era detta contraria seppur abbia dato il suo assenso circoscrivendo il suo eventuale utilizzo solo in occasione di eventi critici quali appunto anche le aggressioni nei confronti degli agenti – aggiunge Nardella -. Il sovraffollamento delle carceri e la carenza di personale, impongono strumenti adeguati per garantire la sicurezza. Il taser può entrare nella dotazione delle armi da reparto, al pari di manganelli e scudi”.

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