Del giornalismo e della democrazia

Ci risiamo, con la confusione di ruoli, i censori della stampa, i politici improvvisati giornalisti. Spesso, purtroppo, solo improvvisati e basta. Coloro che ritengono di dover insegnare la professione a chi è professionista, insomma un po’ come tutti i tuttologi da tastiera che ormai imperversano sui social: un giorno immunologi, un giorno ingegneri, un giorno costituzionalisti.

E così che dai social, ma con il peso istituzionale che ricoprono, il consigliere regionale Andrea Gerosolimo e la sindaca dimissionaria Annamaria Casini, tra una corsetta in campagna e un pranzo di rappresentanza in Repubblica Ceca, hanno trovato il tempo di pontificare su un articolo pubblicato da questa testata in merito a delle scritte apparse su una saracinesca nei pressi del Comune.
I nostri, con una coordinazione che la metà sarebbe bastata per far funzionare la città, hanno postato infatti dichiarazioni a commento delle scritte diffamatorie che li riguardavano in prima persona, legittimamente condannando e stigmatizzando quanto accaduto (“non era mai successo” titola il sindaco), ma aggiungendo che questa no, non era una notizia da pubblicare “da non far assurgere agli onori della cronaca” e che il fatto è grave in sé “ed ancor di più se raccolta da chi diffonde l’informazione e ne fa un articolo in cui velatamente si ironizza sul fatto”, perché sia chiaro “Sulmona non è di organi di stampa che ritengono questa una notizia”.

Ora potremmo stare qui a disquisire delle regole della “notiziabilità”, come si dice in gergo, del come il solo fatto che un accadimento sia sottoposto ad indagine della polizia e riguardi personaggi pubblici è di per sé già notizia; o ancora del garbo, che noi abbiamo avuto e il consigliere regionale no (pronto a raccogliere con un bello spot pubblicitario la solidarietà dei suoi fans e della moglie), di raccontare quanto accaduto oscurando le offese e non citandole.

Ma non è questo un corso di aggiornamento professionale, per cui ci limitiamo a ribadire un concetto che è alla base della democrazia di cui il consigliere regionale e la sindaca dimissionaria si riempiono la bocca e i post: non sono loro a dettare le regole del giornalismo, a decidere cosa si deve o non si deve scrivere e pubblicare. Non sono loro a dover giudicare la qualità di un organo di stampa, ma i lettori e, nel caso si ravvedano profili diffamatori, la magistratura. Noi giornalisti rispondiamo solo a quelli, ai lettori, e alla nostra deontologia professionale che ci impone, tra le altre cose, di essere liberi e divulgatori di fatti nel rispetto dei principi che informano la nostra professione.
Loro, invece, i politici, devono rispondere agli elettori e ad una città e un territorio stremato dall’assenza di governo, dalle continue crisi di maggioranza, dalle dimissioni a tempo variabile.
Ultimo appunto, signora sindaca dimissionaria in missione istituzionale: la città è anche la nostra, perché anche noi con le tasse che paghiamo e lo sforzo che facciamo per informare la comunità, contribuiamo alla sua crescita e persino a pagarle lo stipendio. Almeno fino al 31 agosto.

4 Commenti su "Del giornalismo e della democrazia"

  1. Bravi e continuate così. Meglio essere informati sempre e poi decidere se ciò che si è letto sia appropriato o meno, piuttosto che far finta che le cose non accadano.

  2. Aldo Tassinari | 19 Agosto 2018 at 04:06 | Rispondi

    WARNING il commento è stato rimosso perchè potrebbe offendere terzi. Preghiamo l’utente di non usare termini offensivi

  3. Aldo Tassinari | 19 Agosto 2018 at 10:06 | Rispondi

    consiglio di meditare molto prima di scegliere le persone che devono rappresentarci in sede pubblica.

  4. bene,bravi,forza in redazione,basta pennivendoli prezzolati al servizio del signore del momento,coraggio,ancora piu’energia :chiari,puliti,incisivi,taglienti,efficaci….questi politiciamministratori del nulla,quali i risultati,gli obiettivi,benefici,servizi,ecc? sotto gli occhi di tutti quanto accade: borgo e sudditi creduloni ” ostaggio ” di una banda di incpaci,impreparati,inconcludenti,cialtroni solo chiacchiere,comunicati,dichiarazioni,
    annunci di magiche illusioni,piu'” rappresentazioni teatrali ” ,rievocazioni storiche…in assenza di risultati, di cui l’incarico/ “parte” : amministrare per e nell’Interesse generale…non per l’interesse particolare,con figliastri,amici,amici degli amici,altro che ruoli istituzionali importanti,nel rispetto delle regole, degli obblighi ed in riferimento ai valori,principi dell’onesta’,correttezza,lealta’,rettitudine,moralita’,rigore ecc per le ragioni e finalita’ del mandato ricevuto : al servizio,per il bene Generale, dei Cittadini,non dei tifosi del partito di riferimento,o no?

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