Il parere di un professionista peligno alla Camera dei Deputati, in merito al decreto “Salva casa”. Domani toccherà a Salvatore Di Bacco, coordinatore del comitato scientifico nazionale dell’UNITEL, l’associazione dei tecnici dei comuni, nonché Responsabile dell’Area Edilizia e Urbanistica del Comune di Raiano, ad andare in audizione all’VIII commissione ambiente e territorio della Camera dei Deputati. Di Bacco è stato convocato in qualità di esperto nelle materie edilizia e urbanistica per relazionare e fornire indicazioni per gli emendamenti al decreto salva casa prima della conversione in legge.
Anzitutto cosa prevede il decreto Salva-casa?
Il Decreto Legge detto “Salva casa”, trova fondamento, da un lato, nell’interesse pubblico e privato alla riqualificazione ed alla valorizzazione economica degli immobili interessati da lievi difformità e, dall’altro, nell’interesse del mercato delle abitazioni, al fine di promuovere il pieno utilizzo delle unità immobiliari che non sono pienamente commerciabili a causa di rigidità amministrative, non giustificate da reali esigenze di tutela. Nello specifico, il provvedimento introduce misure di semplificazione finalizzate a rimuovere gli ostacoli ricorrenti nella prassi che determinano lo stallo delle compravendite a causa di irregolarità formali e a tutelare anche l’affidamento dei proprietari che, avendo legittimamente acquistato immobili in assenza di irregolarità risultanti da atti pubblici, si trovano nell’impossibilità di alienarli in forza della normativa sopravvenuta. Il decreto interessa, potenzialmente, oltre il 50% del patrimonio immobiliare italiano e consentirà la sanatoria edilizia di molti interventi di trasformazione interna eseguiti senza titolo. Nel contempo, queste misure servono a stimolare un andamento positivo dei valori, sia di acquisto sia di locazione dei beni immobili residenziali. La norma non introduce una sanatoria in senso “tecnico”, con possibilità di presentare istanza di sanatoria entro limiti temporali definiti, ma introduce una disciplina “a regime”, applicabile senza limitazioni temporali (se non in determinati casi, solo per l’individuazione degli interventi da regolarizzare con tolleranze edilizie per interventi realizzati entro la data del 24 maggio). Nel nuovo decreto non c’è spazio per una semplificazione del procedimento di regolarizzazione di alcuni abusi come l’assenza del titolo edilizio, la totale difformità dal titolo edilizio o le variazioni essenziali al progetto approvato. In pratica gli unici che possono compromettere la commerciabilità giuridica dell’edificio, e che restano esclusi dall’ambito di applicazione della norma. In pratica, possiamo dire che il decreto “Salva casa” rappresenta un tentativo significativo di semplificare le normative edilizie e di sbloccare il mercato immobiliare, consentendo agli immobili di essere regolarizzati e migliorati, contribuendo così alla qualità del patrimonio edilizio nazionale e alla sua sostenibilità a lungo termine. Tuttavia, il provvedimento presenta alcune norme che andrebbero meglio chiarite durante l’iter di conversione parlamentare, al fine di rendere meno complesso il quadro regolatorio per i proprietari e per gli operatori del settore, ed al fine di evitare dubbi interpretativi e possibili contenziosi giudiziari. Proprio per scongiurare tali possibilità la commissione ambiente e territorio della Camera dei Deputati ha invitato gli enti, le istituzioni, le associazioni e gli ordini professionali a partecipare alle audizioni al fine di fornire i propri contributi, al fine di rendere il Decreto Salva casa più aderente alle esigenze di tutte le categorie e degli attori coinvolti.
Quali sono i punti focali della relazione della quale discuterà alla Camera?
E’ necessario chiarire come rimuovere quegli ostacoli normativi che impediscono di superare le attuali difficoltà di compravendita di immobili, soprattutto a destinazione residenziale, che sono legate alle certificazioni sullo stato legittimo o alla presenza di parziali difformità. Inoltre, affronterò quelle problematiche che ormai, per il contrasto giurisprudenziale e la mancata chiarezza normativa dovuta anche al sovrapporsi di norme statali e regionali, necessitano di un intervento del legislatore. In linea generale, e a sostegno di un miglioramento del provvedimento in sede di conversione, occorrerà introdurre correttivi finalizzati ad un maggior raccordo della nuova disciplina, soprattutto per quel che riguarda il nuovo regime sanzionatorio legato al venire meno della cosiddetta doppia conformità per evitare effetti distorsivi e contrari alla ratio di alcune nuove norme introdotte dallo stesso provvedimento. Solleciterò la commissione ad attivarsi per la riformulazione integrale del Testo Unico dell’Edilizia che tenga conto delle mutate esigenze del settore edilizio e del patrimonio immobiliare, oltre che delle mutate esigenze sociali dei cittadini.
Emozionato?
In questi ultimi anni sono stato invitato a partecipare in più occasioni nelle varie audizioni che si sono svolte presso le commissioni ambiente e territorio del Senato, in occasione di temi rilevanti che hanno incidenza sul governo del territorio, dalla riforma del Testo Unico dell’Edilizia ai vari disegni di legge sulla rigenerazione urbana. E nell’ultimo anno attraverso audizioni, incontri e tavoli di lavoro, ho contribuito a fornire indicazioni e spunti rilevanti per la formazione della nuova legge urbanistica della regione Abruzzo. Sevo dire che è sempre emozionante e soddisfacente da un punto di vista professionale partecipare e condividere in modo costruttivo il proprio know-how con altri esperti del campo. Tutti, dagli operatori di settore, agli amministratori, alle pubbliche amministrazioni finanche i cittadini dobbiamo fare uno sforzo congiunto e partecipato sui territori affinché le generazioni future traggano benefici dalle pianificazioni di oggi lanciando una ideale staffetta tra ciò che è stato il passato, ciò che siamo noi nel presente e ciò che sarà il futuro.
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