Dante furioso, dimissioni non pervenute, “Il Partito Democratico non è un teatro”

“Da quando sono stato eletto la prima volta Segretario del Circolo Pd di Sulmona ho notato che è abitudine e costume di chi ricopre la carica di Presidente dimettersi comunicandolo, in maniera ufficiale, prima alla stampa e poi, forse, al partito”.

Così esordisce il segretario del circolo Pd di Sulmona, Sergio Dante, dopo le dimissioni di ieri dalla carica di presidente di Sandro De Panfilis, “In effetti sto ancora aspettando la comunicazione delle dimissioni di chi ha preceduto Sandro De Panfilis e, con ogni probabilità, tra qualche mese starò qui ancora ad aspettare che arrivi al partito la comunicazione delle dimissioni di Sandro De Panfilis”. Un Dante furioso, pronto a chiedere la sfiducia del presidente dimissionario per mancata ricezione di una comunicazione ufficiale, insomma De Panfilis avrebbe deposto il titolo di presidente e annunciato l’abbandono della carica prima a stampa e social rispetto al circolo dem.

Il segretario risponde e non ci gira attorno quanso parla di ingressi nel Pd locale come fosse il Colosseo “dove si entra per visitarlo e si esce senza lasciare alcuna traccia del proprio passaggio”. Sulla “natura antropologica della diversità” sottolineata da De Panfilis, spiega “io non ho proprio interpretato, né il mio ingresso nel Pd né la mia successiva elezione a segretario, come una visita scolastica al Colosseo e se qualcuno ha pensato che questa fosse la mia intenzione ha calcolato male tempi e modi. Tempi che appartengono ad un passato inglorioso, trascorsi a dare vita a lunghe ed estenuanti discussioni più sotto il profilo personale che sotto il profilo di temi e argomenti”.

Perentorio Dante che parla di “spettacolarizzazione del ruolo che si riveste, piuttosto che al fare del proprio ruolo qualcosa di utile. E proprio su questi due fattori, tempi e modi, dovremmo ricalcolare e, perché no, forse anche metabolizzare quella che ci piace tanto chiamare “inversione di tendenza”.

Il circolo Dem specifica non è un teatro o una passerella “ma una comunità che ha come primo scopo e valore” sentenzia “Esistono delle regole e quelle regole è ora di cominciare a rispettarle”.

Il segretrio Pd locale si toglie qualche sassolino dalla scarpa “Quando si convoca una riunione si partecipa anche solo per dire chiaramente: “Non sono d’accordo” o “Io mi dimetto” aggiungendo che non esiste nessun social network o nessuna chat whats app che possa sostituire la funzione di un’assemblea già convocata. Dante incalza “Poiché non ho alcuna intenzione di dimenticare in un cassetto le regole del Partito, di soprassedere a quelle del buon vivere civile come il rispetto della mia stessa comunità (non ultimo quello del ruolo che io rivesto) considerando che al Partito non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale di nessuna dimissione, al più presto convocherò la direzione per richiedere la sfiducia del Presidente e l’elezione di uno nuovo”.

2 Commenti su "Dante furioso, dimissioni non pervenute, “Il Partito Democratico non è un teatro”"

  1. Dopo l’ennesima riconferma che i social siano i media prediletti per comunicare “in campo politico” e dopo la “riflessione politica generazionale”, personalmente non noto una particolare aggressività del segretario, che ora per “coerenza istituzionale” e “rispetto delke regole di partito e della comunità” dovrebbe invitare ad utilizzare solo la pagina ufficiale di FB e non i profili personali e “punire” di conseguenza.

    Attendiamo come sentenziato l’elezione del nuovo presidente e vediamo se la sezione riacquistera’ il giusto passo e tranquillità “gestionale”.

    Il presidente si è dimesso, viva il presidente.

  2. Esiste ancora il PD?

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