Danni da fauna, al Sirente-Velino indennizzi in ritardo. Aspettando l’Europa

Dopo il protocollo d’intesa sottoscritto tra Regione Abruzzo, Parco regionale Sirente-Velino e carabinieri forestali per un maggior controllo e tutela nell’area protetta, gli agricoltori sono tornati a sfogare il proprio malessere per il mancato pagamento dei danni causati dalla fauna selvatica. Un disagio che trova come capro espiatorio proprio il Parco di cui da tempo le popolazioni discutono l’utilità reale o meno.
Da una parte i coltivatori della Subequana hanno ragione. L’estate scorsa, addirittura, erano stati per giorni in protesta davanti la sede dell’Ente Parco a Rocca Di Mezzo prima e poi in quella del Consiglio regioanle. Dall’altra, tuttavia, è sempre un po’ la burocrazia a metterci lo zampino e rallentare le procedure. E’ questo è uno di quei casi.

Da pagare ci sono indennizzi che risalgono al 2015 (rimborsati per il 50%) fino al 2017 per i quali, con i soldi in cassa, si sta aspettando un segnale dall’Europa. In pratica il Parco regionale Sirente Velino ha presentato una interrogazione in cui chiede di poter equiparare i danni da cinghiale a quelli causati da fauna protetta e quindi risarcirli al 100%. Cosa che è stata concessa già ai parchi nazionali. Ciò permetterebbe di derogare al principio dei de minimis (15mila euro in tre anni) al quale al momento si è soggetti. “Perchè ci sono piccoli agricoltori che hanno presentato danni al di sotto di questa soglia- spiega il commissario del Parco, Igino Chiucchiarelli- ma tanti che invece l’hanno superata” e l’obiettivo sembrerebbe dunque aprire la possibilità ad una copertura totale. “La commissione probabilmente darà esito positivo” aggiunge Chiucchiarelli che già la prossima settimana dovrebbe tornare a cercare un contatto con l’Ue. I danni da pagare si aggirano in media intorno ai 120-150mila euro l’anno (dal 2015 al 2017 per un totale di circa 400mila euro).

Diversa è la situazione dei danni subiti nelle aree fuori parco direttamente a carico della Regione che, al momento, ha evaso il 43% delle richieste per il 2017  in attesa del prossimo bilancio in cui dovrebbero essere stanziate altre risorse. “A livello regionale, comunque, si sta preparando una politica di contenimento al cinghiale attraverso diversi strumenti” conclude il commissario. Probabilmente sarà questo argomento di dibattito dell’incontro che si dovrebbe svolgere anche in Valle Peligna a breve, come antecipato dal consigliere regionale Lorenzo Berardinetti.

Simona Pace

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