D’Amico contro l’autonomia differenziata: “Passo indietro dell’Abruzzo in caso di elezione”

Non usa mezzi termini Luciano D’Amico: l’autonomia differenziata è un inganno avanzato dalla Lega e avallato da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Un inganno che all’Abruzzo può solo arrecare danni. A dirlo è lo stesso candidato presidente per la coalizione di centrosinistra, durante l’incontro di questa mattina a Pescara al quale ha partecipato l’economista, docente universitario e tra i massimi esperti in economia internazionale, Gianfranco Viesti.

“La verità – ha spiegato D’Amico – è che se, da un Abruzzo che ci viene raccontato a parole, spostiamo lo sguardo sull’ Abruzzo reale, e se, dall’Autonomia differenziata che ci viene raccontata come una favola, ci spostiamo su un’analisi tecnica del progetto, vediamo concretamente quanti e quali rischi corre la nostra regione sui temi più impattanti per la qualità della vita degli abruzzesi: sanità, scuole, trasporti”.

Sulla stessa linea di pensiero si muove Viesti: “Quello che si deciderà oggi sull’Autonomia differenziata – ha detto – sarà molto importante per definire in quale Abruzzo vivranno i nostri figli e i nostri nipoti. Il pericolo è quello di lasciare alle nuove generazioni un Paese con politiche pubbliche meno efficienti, cittadini con diversi diritti in base alle differenti aree geografiche”.

Il primo atto che D’Amico proporrà in caso di elezione sarà il ritiro dell’assenso al progetto così come è stato presentato. “Basta a politiche penalizzanti per il territorio e per i cittadini e le cittadine abruzzesi del futuro – ha concluso D’Amico -, che potrebbero trovarsi a vivere in una regione non di serie B, ma addirittura di serie C. L’obiettivo di un governo responsabile dovrebbe essere quello di eliminare le disuguaglianze tra i territori; ma con l’Autonomia differenziata si va completamente nel verso opposto attuando una frammentazione, soprattutto negli ambiti di sanità pubblica, scuola e trasporti, nonché a regole diverse per finanziamenti, professionisti e imprese in base alla residenza territoriale. Nella legge proposta da Calderoli – chiosa D’Amico – non c’è nessuna garanzia di equità”.

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