Si è svolta ieri pomeriggio alla Cgil di Sulmona l’assemblea post-emergenza dell’incendio del Morrone convocata dalle associazioni e dai cittadini che in queste settimane si sono fortemente opposte al rimboschimento sul monte Morrone. La giornata è stato il secondo appuntamento dopo l’assemblea del 12 settembre tenutasi in centro a Sulmona ed ha avuto un approccio più operativo infatti dopo una breve introduzione c’è stata la divisione in gruppi: comunicazione, formazione e monitoraggio.
Nei tre gruppi sono state raccolte le istanze e le proposte dei cittadini e dopo un’ora di discussioni particolarmente attive, ognuno ha riportato il proprio lavoro all’assemblea. Fra le decisioni più importanti prese vi è stata la scelta del nome: Territori uniti per la prevenzione, votato quasi all’unanimità dai presenti. Per informare e per formarsi i presenti hanno deciso di organizzare una serie di momenti seminariali nei quali verranno invitati biologi, geologi, vigili del fuoco, avvocati ed esperti di montagna ed incendi, il tutto finalizzato ad aumentare le competenze e le conoscenze della popolazione. Altro tema saliente affrontato è stato quello del Masterplan, un piano di investimento da 1.5 miliardi di euro che a detta dell’assemblea non stanzia nulla o quasi per la messa in sicurezza del territorio e per la prevenzione. Anche il Masterplan sarà oggetto di studio e approfondimento per capire se c’è un modo più intelligente per destinare i fondi. C’è anche l’idea di creare un “Dossier Morrone” nel quale individuare tutte le responsabilità della gestione dell’incendio e della fase precedente a questo. Infine non mancherà l’attività di controllo e monitoraggio delle istituzioni per la bonifica e per quanto riguarda le intenzioni di procedere con il rimboschimento.
Da questo momento in poi i gruppi lavoreranno in autonomia, riportando mensilmente il proprio lavoro all’assemblea plenaria con un occhio sempre rivolto ai tavoli regionali e nazionali, dove le sorti della vicenda Morrone verranno discusse e decise.
S.M.
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