D’Alfonso si salva per il rotto della cuffia dopo che ieri in Consiglio regionale sulla decisione sull’incompatibilità è riuscito a spuntarla per un solo voto: 16 a 15. Si discuteva appunto dell’impossibilità, come previsto anche dalla costituzione, di ricoprire contemporaneamente i due ruoli: da senatore e da presidente di Regione.
Nei giorni scorsi per la vicenda il governatore era stato raggiunto anche dalle Iene di Mediaset che gli hanno regalato un fondoschiena di riserva per tutte quelle volte che i suoi impegni duplici dovessero coincidere.
Ieri in Consiglio hanno dovuto fare i salti mortali per salvare D’Alfonso, far votare no all’incompatibilità anche Di Pangrazio che da presidente del Consiglio regionale aveva dichiarato che si sarebbe astenuto – su questa presa di posizione non dovuta, la minoranza ha già chiesto la sfiducia.
Altri salvagenti lanciati sulla zattera di D’Alfonso alla deriva sono stati quelli di LeU, o meglio dei due terzi del cartello politico ormai già bello che defunto. Sì perché dei tre consiglieri regionali, Bracco – di Sinistra Italiana – ha votato a favore dell’incompatibilità mentre Mazzocca e Sclocco – di Articolo1/Mdp – che ricoprono entrambi ruoli in giunta hanno salvato il presidente.
A votare per la decadenza di D’Alfonso oltre che tutta l’opposizione compatta anche i due di Abruzzo Insieme Gerosolimo e Olivieri e l’altro ex assessore Di Matteo – con un piede ancora virtualmente in giunta.
Savino Monterisi
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