Altro che riportare il Provveditorato a Pescara. Quella che per UIL PA poteva sembrare un’opportunità si trasforma in poche ore in un incubo. Il sindacato questa mattina aveva fatto appello al presidente della giunta regionale, Marco Marsilio, per approfittare della conversione in legge del decreto 75/2023, che rileva la necessità “di un nuovo ed autonomo provveditorato regionale ove far confluire 16 istituti penitenziari delle regioni Marche, Abruzzo e Molise”.
L’ipotesi di riportare il Provveditorato dell’amministrazione Penitenziaria (PRAP) a Pescara, è svanita alla pubblicazione dello schema di decreto del Presidente della Repubblica recante le modifiche al regolamento di riorganizzazione del Ministero della Giustizia. Infatti, il rischio è quello di vedere le strutture periferiche abruzzesi gestite, a livello interregionale, dal Provveditorato di Perugia. Ecco dunque che le RSU, unite, hanno inoltrato una richiesta urgente di intervento allo stesso Marsilio e al consiglio regionale Abruzzo, oltre che alla giunta.
Attualmente la Regione Abruzzo è incardinata nel PRAP Lazio Abruzzo e Molise, con la sede di Pescara, quasi completamente chiusa, anche se nuova, moderna cablata e pronta, oltre a essere centrale rispetto a qualsiasi composizione ultraregionale.
“Adesso però appare letteralmente dal nulla la proposta del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – scrivono le RSU – di far confluire gli istituti dell’Abruzzo e Molise sì in un nuovo provveditorato, ma diverso da quello immaginato in fase di stesura del DL, ovvero Umbria, Abruzzo e Molise con sede a Perugia; allontanando di svariati chilometri la sede dirigenziale. Insomma un vero e proprio scippo all’Abruzzo, ai Poliziotti Penitenziari abruzzesi ed alla città di Pescara”.
Secondo le RSU, sarebbe un errore creare un PRAP composto da tre regioni, in quanto il personale di polizia penitenziaria abruzzese è composto da oltre 1000 unità, a fronte delle 750 umbre e delle 250 molisane.
Passaggio finale, ma non secondario, riguarda poi la dislocazione geografica delle tre regioni. Infatti anche solo per raggiungere la sede da un istituto come Vasto o Lanciano (per non parlare dalle sedi molisane) comporta circa 4 ore di viaggio.
Correva l’anno 2015 quando il DPCM n. 84, decidendo per la soppressione del PRAP pescarese, sancì la definitiva annessione delle istituzioni amministrative penitenziarie abruzzesi agli uffici di Roma. Una scelta allora denunciata dalla stessa UIL PA che, nel comunicato, ricorda come né i dirigenti dell’amministrazione penitenziaria né i rappresentanti della politica regionale di allora si preoccuparono delle conseguenze che avrebbe comportato quella decisione. Conseguenze che oggi sono sotto gli occhi di tutti, un “tracollo per le carceri abruzzesi e molisane e che tanto ha fatto parlare di sé la cronaca in questi anni” spiega Ruggero Di Giovanni della UIL PA.
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