Dal sindaco di Navelli l’appello a sostenere l’agricoltura abruzzese

A fianco degli agricoltori abruzzesi contro le decisioni dell”Unione Europea che continua ad imporre direttive dall’alto richiando di provocare “un forte impatto negativo sulla tenuta del sistema agricolo della nostra regione”. Ad affermarlo Paolo Federicco, sindaco di Navelli e candidato alle elezioni regionali per Forza Italia nel collegio provinciale dell’Aquila.

Ascoltare la voce di quanti operano nel settore agricolo, dai singoli imprenditori alle grandi aziende senza dimenticare le piccole realtà “cuore della decantata dieta mediterranea” che “da anni ormai faticano a tirare avanti in un settore che versa in condizioni difficili”. Questo il messaggio che Federico vuole portare sul tavolo della Regione per contribuire in modo più efficace e concreto alla sopravvivenza di “aziende che danno lavoro a migliaia di persone”, contro il tentativo europeista di “omologazione di gusti e sapori al solo fine di favorire le multinazionali”.

Dalla terra dello zafferano più conosciuto e rinomato al mondo parte dunque l’appello a sostenere l’agricoltura abruzzese, risorsa di cui la nostra regione non potrà mai fare a meno, nel presente come nel futuro.

Il settore agricolo, pilastro dell’economia abruzzese, si trova ad affrontare una serie di problemi che vanno oltre la semplice coltivazione del suolo. In Germania la rivolta dei professionisti del settore è esplosa un paio di settimane fa, con i mezzi agricoli arrivati fino a Berlino in segno di protesta. La richiesta è quella dei sostegni economici, specie nel acquisto del gasolio agricolo e nell’esenzione dalle tasse sui veicoli.

Due giorni fa a mobilitarsi sono stati gli agricoltori siciliani del trapanese, con i trattori che hanno invaso la statale Palermo-Sciacca. Fra i motivi della protesta le politiche di Unione europea, Italia e Regione Sicilia che favoriscono la vendita di prodotti non salubri, come la carne sintetica, a danno di quelli siciliani, la mancanza di misure concrete a sostegno dell’agricoltura e dell’allevamento e la svendita dei terreni alle multinazionali dell’energia.