Ritrova il fratello dopo 45 anni. Da Villetta Barrea alle lacrime in tv

Quello che si è consumato durante il programma “Ho qualcosa da dirti” condotto da Enrica Buonaccorti è stato il ricomporsi di una famiglia divisa da 45 anni. E’ la storia di Simona e Gianfranco, fratelli, e della loro mamma costretta a dare in adozione due dei suoi figli sotto minaccia del marito. Se non avesse dato via Gianfranco, e poi un altro, sarebbero state botte da parte del marito. Un dramma familiare che si è consumato quasi mezzo secolo fa tra i monti abruzzesi, a Villetta Barrea, paese di origine della famiglia.

Simona, la sorella rimasta con la famiglia naturale, a distanza di anni si è messa alla ricerca dei due fratelli perduti con l’aiuto del noto programma televisivo trovando appunto Gianfranco. L’emozione è grande, l’ansia pure prima del loro abbraccio.

Gianfranco, all’insaputa di tutto, è convinto che a cercarlo sia una delle sue ex, ma la conduttrice lo avvicina, attraverso diverse domande, alla comprensione di quanto sta accadendo giusto qualche metro più in là dove ad aspettarlo c’è sua sorella carnale. Qualcosa di più viscerale che una ex è in ballo in questi istanti. Gianfranco ha sempre saputo di avere una sorella, la sua famiglia adottiva lo ha spesso esortato alla ricerca.

La Buonaccorti lo prepara e lo conduce da Simona: “E’ uguale a papà”, lei lo stringe a sé. Le lacrime sciolgono l’emozione, le foto si susseguono alle parole. E’ vero, Gianfranco è fisicamente uguale al padre e al fratello Paolo. Le sorprese non finiscono perché nel programma arriva anche la madre, sordomuta, la donna che lo ha partorito e che per evitargli una vita di violenze ha deciso di darlo in adozione nella speranza di amore.

Quell’amore che ora lui promette a loro: “Con me saranno molto più tranquille, amate” perché del padre è solo la fotocopia fisica, ma lui d’amore ne ha ricevuto dalla famiglia in cui è cresciuto. Al telefono con la madre adottiva racconta chi sono le mittenti del messaggio di “Ho qualcosa da dirti”, lui risponde: “Sono brave persone”.

S. P.