Da Villetta Barrea a Trastevere, l’orgoglio di Valerio picchiato dai neofascisti

Delle volte la storia pare bussare alle nostre porte, senza che noi possiamo rendercene conto. È stato così – suo malgrado – per Valerio Colantoni la notte fra sabato e domenica scorsi. Valerio, 21 anni di Villetta Barrea è a Roma per motivi di studio. È un giovane di sinistra e lo scorso sabato ha ricevuto una bottigliata sul sopracciglio, colpevole solo di indossare una maglietta, quella del Piccolo Cinema America. Un’associazione di ragazzi e ragazze che organizzano proiezioni di film in piazza, nel quartiere romano di Trastevere.


Ad aggredire Valerio e i suoi tre amici, alcuni militanti dell’organizzazione neofascista CasaPound e del suo raggruppamento giovanile Blocco Studentesco. La colpa dei ragazzi sarebbe stata quella di essere “antifascisti” e per questo indossavano le t-shirt bordeaux del Cinema America. Valerio, per fortuna se l’è cavata con qualche punto di sutura, peggio è andata al suo amico David Habib che ha riportato la frattura scomposta del setto nasale in seguito ad una testata. Un’aggressione non isolata, però, visto che ancora ieri una ragazza, sempre del gruppo Cinema America, è stata gettata a terra e malmenata dai neofascisti.


Gli aggressori non sono semplici esaltati, ma elementi di spicco del movimento neofascista, come Marco Ciurleo, responsabile romano di Blocco Studentesco, con precedenti di polizia per danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. C’è Matteo Vargiu, ventitreenne con numerosi precedenti e sottoposto a Daspo, per gli inquirenti sarebbe il responsabile della bottigliata a Valerio. 


“In questi giorni ho letto tanti articoli, post, messaggi pubblici e personali su quanto accaduto – scrive Valerio su Facebook – vedere le strade piene di persone che indossano la maglietta bordeaux è bellissimo. Posso solo dire che nel 2019 un evento del genere non dovrebbe avvenire, ma sono consapevole che il lavoro fatto ogni giorno dalle realtà come il Piccolo America fa paura; perché quando si realizza un’aggregazione culturale e sociale lavorando sulla cultura e sulla libertà di pensiero le destre tremano”.


A Villetta Barrea c’è poca voglia di parlare di quanto accaduto, c’è molto nervosismo e forse anche un po’ di paura; una paura che non ha avuto però Valerio che a 21 anni ha difeso e sta difendendo fino in fondo le sue idee e i suoi valori, mettendoci la faccia e il cuore, con una tenacia e una “testa dura” che a volte solo gli abruzzesi sanno mostrare.

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