Da maestro di sci a pilota di Boeing, il volo di Matteo Iarussi

A 36 anni volare su uno degli aerei più grandi al mondo, un Boeing 747, non è così scontato, ma per Matteo Iarussi, pilota professionista di Rivisondoli, il sogno di una vita è diventato realtà perché un mese fa è riuscito ad aggiudicarsi uno degli incarichi più prestigiosi in campo di aviazione, quello di comandante all’interno di una compagnia inglese parte di un gruppo russo. Tra i pochi al mondo ad aver raggiunto un traguardo di così alta responsabilità ad una età relativamente giovane per il settore.

In realtà non è un caso. Ogni vocazione che si rispetti, infatti, affonda le sue origini fin nella più tenera età, al tempo dei sogni vividi e di una visione futura scevra da ogni quotidiana preoccupazione, lì dove si formano gli adulti di domani. E’ così che quello di Iarussi nasce ascoltando affascinato i racconti di un parente impiegato nell’aviazione civile, “Non un pilota – ricorda-, tuttavia ogni volta che sentivo le sue storie di aerei e voli i miei occhi si illuminavano”. Quello che bisognava fare da grandi, dunque, era molto chiaro: nei suoi giochi, nei suoi disegni c’erano aerei, tanti aerei. “Per farlo mi sono messo contro tutto e tutti” sottolinea.

Da maestro di sci nelle montagne dell’Alto Sangro, Iarussi ha così deciso di investire nel suo sogno non solo in termini di denaro, ma anche di sacrifici e rinunce intercettando in diversi angoli del mondo i migliori corsi di formazione, fino a sedersi in una cabina prima come secondo e poi come comandante.

Di anni, in fondo, non ne sono passati tantissimi, da quei primi aerei pilotati per sventolare gli striscioni sulla spiaggia o per far lanciare i paracadutisti. Queste le prime esperienze del pilota sangrino che nel 2015 ha raggiunto Taiwan per dare un nuovo corso alla sua carriera per poi ritornare in Europa. Da lì un crescendo che lo ha condotto oggi alla guida di ben 76 metri di apparecchio solcando i cieli da una parte all’altra del globo e affrontando turni “inusuali”: “Mi capita di star via anche per 10, 15 giorni, anche la notte di Natale” continua spiegando come la vita perda un po’ i ritmi ordinari.

“C’era in me una fortissima motivazione – prosegue nel ripensare agli anni della formazione-, era un obiettivo che dovevo raggiungere a tutti i costi e sinceramente ho iniziato questo percorso sapendo che non poteva essere diversamente, cosciente dei sacrifici da fare, del mio futuro che mi avrebbe allontanato dall’Italia e dalla mia famiglia. Non me ne pento, è un sogno che si è materializzato, per me sinceramente è un hobby ben pagato”.

E da comandante di Boeing, Matteo Iarussi ha trovato in volo anche l’amore, in attesa di diventare papà proprio in questi giorni. Semplici e significativi effetti di un obiettivo raggiunto con fiducia, convinzione e lo sguardo illuminato di quel bambino che da grande sognava di volare.

Simona Pace

1 Commento su "Da maestro di sci a pilota di Boeing, il volo di Matteo Iarussi"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*