Il centro di salute mentale e il centro diurno psichiatrico di Sulmona, trasferiti nella sede di viale Mazzini 34, sarebbero completamente fuori norma. La denuncia arriva dal segretario provinciale Nursind, Antonio Santilli, che accende i riflettori sulla questione chiamando in causa Comune, Regione, Asl, Nas e ministero. “La struttura sanitaria- specifica Santilli- non risulta (allo stato delle conoscenze) né autorizzata né accreditata ai sensi delle vigenti disposizioni nazionali e regionali. Ciò starebbe a dire che al suo interno non possono assolutamente svolgersi “funzioni pubbliche sanitarie, né- rincara il il segretario- l’Azienda sanitaria avrebbe potuto stipulare un contratto di locazione, o comunque oneroso, prima di verificare la sussistenza dei requisiti di legge”.
Nell’analizzare i documenti, i locali in uso ai due centri sarebbero censiti come uso ufficio e studi privati e non come struttura pubblica sanitaria; ci sarebbero barriere architettoniche nonostante tra gli utenti figurino disabili; ed ancora il certificato di idoneità statica e fisica “non risulterebbe rilasciato in riferimento alla specifica struttura sanitaria ivi allocata e che, come tale, è presumibilmente assoggettata a verifiche specifiche e speciali certificazioni di idoneità antisismica”.
L’elenco di ciò che non va non finisce qui. Nella nuova struttura mancherebbero anche i servizi essenziali come luce e gas a causa del mancato allaccio delle utenze. La sola energia elettrica a disposizione pare sia quella ottenuta per “generosa concessione” grazie all’allaccio elemosinato da un cantiere nelle vicinanze. Ambulatori e studi medici, inoltre, non rispetterebbero le dimensioni stabilite per legge tanto da obbligare i pazienti del centro diurno ad attraversare l’intero Csm per raggiungere i locali a loro assegnati “violando il diritto alla riservatezza”, mentre “le prestazioni di alcuni – racconta ancora Santilli- sarebbero state rinviate a causa del mancato funzionamento dell’ascensore”.
“Gravissime irregolarità” per le quali oltre ad avvisare le autorità competenti è stata richiesta di individuare ed arginare tutte le irregolarità.
S.P.
Sarebbe utile conoscere l’ammontare dell’affitto pagato al privato.
5,60 euro a metro quadro per 900 metri quadrati affittati; pari ad 80 centesimi in più della quotazione di mercato
A furia di rendere inagibile ogni cosa, forse non nello specifico trattato dall’articolo, ma cambia poco, e non essendoci un euro neanche per dare una mano di bianco gratuitamente, non ci lagniamo se poi rimarremo anche senza bagni pubblici, quelli pure possono crollarci in testa. Ma le case, le nostre dove viviamo sono a norma? E se non lo sono perchè non ne comperiamo una a norma? Nuova.