Crisi politica, non ci sono dottori per la salute pubblica

Il vento di crisi non accenna ad arrestarsi, che le raffiche fuori sembrano brezza a confronto. A ventiquattro ore e meno dalla scadenza del suo ultimatum, il sindaco Annamaria Casini si trova ancora in mezzo alla burrasca: la giunta stenta a prendere forma e con essa anche una possibile maggioranza che traghetti questa città a prossime elezioni.

Sembra che all’appello del governo di salute pubblica, infatti, non voglia rispondere nessuno o quasi: le consultazioni frenetiche, quelle ufficiali con i gruppi del consiglio comunale e quelle informali consumate per telefono, non sembrano ottenere risultati concreti.
Da una parte una maggioranza politica che non c’è, dall’altra i ripetuti no (comprensibili vista la annunciata temporaneità del mandato) dei professionisti – i tecnici – consultati in queste ore e che, nei fatti, renderebbero complicato anche al Pd sostenere il sindaco Casini. Perché senza assessori terzi, al di fuori della mischia, l’accordo Pd-Casini, assumerebbe, senza il sostegno degli altri pezzi della minoranza, sembianze troppo politiche per essere digerite dai partiti e soprattutto dagli elettori.
Non sembrano esserci, d’altro canto, neanche le condizioni e i numeri per la firma contestuale e immediata di nove consiglieri comunali entro oggi: data ultima, ha confermato la segretaria comunale, per andare al voto a maggio.

Disposti a firmare entro la scadenza di legge per evitare un commissariamento lungo, ci sarebbero infatti nella maggioranza solo Franco Di Rocco, Antonella D’Antino Settevendemmie e Deborah D’Amico, a cui si aggiungerebbe in opposizione Mauro Tirabassi e Francesco Perrotta e forse Andrea Ramunno che però è fuori Sulmona e difficilmente riuscirebbe a rientrare in tempo. In forse c’è la posizione di Angelo Amori e quella di Roberta Salvati, mentre contrari a firmare sarebbero Luigi Santilli, Fabio Pingue e Katia Di Marzio, ma anche gli oppositori Elisabetta Bianchi e Maurizio Balassone pronti a far ricadere sulla Casini e la sua maggioranza tutto il peso del fallimento politico. E poi ovviamente i tre del Pd (Ranalli, Di Masci e Di Rienzo) il cui obiettivo primario, dichiarato, è quello di non andare al voto a maggio per opportunità elettorali, pronti ad appoggiare una giunta tecnica (che però non riesce a formarsi) o ad affrontare un commissariamento lungo.

La situazione per il sindaco Casini, insomma, si fa complicatissima, perché oltre al fallimento del “suo” progetto politico, potrebbe ritrovarsi a rispondere anche di un lungo commissariamento, a meno che non ripresenti la stessa giunta con la speranza di galleggiare il più possibile senza maggioranza.
Meno di ventiquattro ore per sbrigliare l’intricata matassa: d’altronde pensare di risolvere una crisi così complessa in due giorni è stato l’ennesimo azzardo giocato sulla pelle della città.

E non sempre, a poker come in politica, con i bluff si prende il piatto.

1 Commento su "Crisi politica, non ci sono dottori per la salute pubblica"

  1. Purtroppo, quando non si è (politicamente parlando) ne carne ne pesce, e difficile trovare all’interno macellai e/o pescivendoli.

    Solo e forse uno o più panettieri esterni, pronti all’infornata e ad immolarsi alla causa potrebbero dare una mano o rifilare un bel filoncino (restando sempre in campo politico)!!! 🙂

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