E’ stato solo un altro passaggio di un lungo percorso che, si augura il sindaco Annamaria Casini, potrà chiudersi questa settimana con un documento programmatico sottoscritto da tutti “per rinsaldare il patto politico di una coalizione civica – ha detto la sindaca – che soffre ovviamente dell’assenza dei partiti come camera di compensazione”.
E insomma stasera non si è firmato nulla a palazzo San Francesco: il documento portato da Sulmona al Centro era in realtà poco più di un regolamento interno per disciplinare colpi di “testa” e di “teatro”, cambi di assessore all’insaputa di tutti e via dicendo.
Non sono mancati momenti di confronto forte, se così si vogliono chiamare, quando i malpancisti della maggioranza (da Sulmona al Centro a Fratelli d’Italia) hanno chiesto conto al sindaco e ai socialisti di presunti e vociferati accordi con il Pd o meglio con Bruno Di Masci, che si sarebbero concretizzati con l’ingresso di Tonino Angelone in giunta.
Accuse rispedite al mittente: l’architetto subentrato al posto di Alessandra Vella è, hanno ribadito, uomo socialista espresso dai socialisti.
Certo è che quella nomina, e questo è stato il senso più politico della discussione, ha messo e non poco in difficoltà Fratelli d’Italia, alla vigilia di un’elezione difficile poi, dove i seguaci della Meloni devono fare i conti con una loro identità “sbiadita” nel centrodestra. Con gli ex amici e “camerati” che già lanciano bordate dai banchi della Lega.
Sui fatti, sul da fare, si tornerà a discutere e riprogrammare in settimana, con la sindaca che dovrà fare “una sintesi tra i diversi solleciti amministrativi”: scuole, macchina amministrativa, lavori pubblici, sanità, i temi più quotati.
Aria fritta, si direbbe, fin quando non si comincerà ad incassare qualcosa di concreto: qualche cantiere aperto e magari anche chiuso, qualche studente che torni a fare una didattica completa di palestre e mense assicurate, quando al Comune si smetterà di perdere treni di finanziamenti e magari quando si tornerà ad avere una sanità più efficiente.
Aria fritta, visto che il carnevale e le sue chiacchiere sono già alle spalle.
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