L’Abruzzo registra una bassa mortalità evitabile, infantile, per incidenti stradali e per tumori, ma alta quella per demenze e malattie del sistema nervoso tra gli over 64. Lo riporta lo studio pubblicato da CRESA in merito ai dati forniti dall’Istat relativi all’analisi del benessere equo e sostenibile (BES). Rassicuranti i numeri sulla popolazione più istruita, sui giovani che si iscrivono all’università, sul possesso di adeguate competenze alfabetiche o numeriche e sui NEET. Scarsa la partecipazione alla formazione continua e ai servizi da parte degli under 6. Allineati ai valori nazionali gli indicatori relativi al lavoro.
Undici i domini presi in considerazione: salute, istruzione e lavoro, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, innovazione, ricerca e creatività e qualità dei servizi.
Decisamente inferiori all’Italia e al Meridione le incidenze tra i residenti in Abruzzo dei decessi per cause evitabili (19 ‱ tra 0 e 74 anni), della mortalità infantile (2,3‰ nati vivi) e per incidenti stradali (0,4‱ tra i 15 e i 34 anni) e per tumore (7,2‱ tra i 20 e i 64 anni). Al contrario, il peso tra la popolazione anziana della mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso (35,4‱) è particolarmente elevata. Valori intermedi tra i due livelli territoriali assume la speranza di vita alla nascita (83 anni).
Una posizione migliore rispetto all’Italia e al Mezzogiorno è quella relativa all’incidenza dei diplomati (71,2% dei residenti 25-64 anni), dei laureati (30,4% delle persone 25-39 anni), dei NEET (12,5%), per il tasso di passaggio all’università (60,9%) e per livelli inadeguati di competenza numerica (42,1%) e alfabetica (35,7%). I dati regionali sulla formazione continua (9,9%) e sulla fruizione dei servizi comunali per l’infanzia (12,7%) superano il livello meridionale ma non quello nazionale e la partecipazione al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni (96,3%) è in Abruzzo superiore alla media italiana ma non a quella del Mezzogiorno.
Posizione di forte vantaggio rispetto al Meridione e di lieve svantaggio nel confronto con la media nazionale sotto la casella lavoro. I tassi di occupazione totale e di mancata partecipazione al lavoro totali (66,0% e 14,0%) e giovanili (32,7% e 27,5%) e il numero di giornate retribuite nell’anno (74,5%) si attestano su valori migliori del Mezzogiorno e lievemente inferiori o in linea all’Italia. Particolarmente elevato il tasso di infortuni mortali e inabilità permanente (14,7%, nell’ordine 4,7 punti percentuale e 2,7 punti percentuale in più del Paese e del Meridione).
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