Ventuno positivi per cinque focolai attivi, quattro dei quali ancora da definire per estensione e quantità. Il ventiquattrenne di Sulmona risultato positivo ieri preoccupa anche la fabbrica della Medibev, la ex Campari per intendersi, dove il ventiquattrenne lavora e dove l’altra sera ha cominciato ad accusare sintomi strani: una sorta di prurito e orticaria che lo ha convinto a recarsi in ospedale dove, visto anche l’innalzamento della temperatura corporea, si è deciso di sottoporlo a tampone che poi ha dato esito positivo. Il ventiquattrenne era rientrato l’altra sera dalle ferie, una settimana trascorsa in zona. Niente mete esotiche o Paesi a rischio, insomma, ma è durate la pausa dal lavoro che ha evidentemente contratto il virus. “La situazione è sotto controllo – spiega Tullio Tiozzo, direttore di produzione del Gruppo Spumador-Refresco – il dipendente ha trascorso poche ore nel turno di notte e poi a causa dei sintomi si è recato in ospedale. Il nostro protocollo di sicurezza è molto più rigido di quanto richiesto dalla normativa: i cinque colleghi di turno del dipendente risultato positivo sono ora in quarantena in via precauzionale e ovviamente gli ambienti sono stati sanificati come d’altronde avviene ad ogni fine turno”.
C’è però da tracciare, oltre ai contatti sul lavoro, quelli personali avuti dal giovane dentro e fuori la famiglia. Senza contare tutti gli altri: quelli legati ai focolai di Ferragosto, della parrucchiera, della Grecia. I numeri, d’altronde, danno un’idea della complessità della situazione: ventidue positivi accertati, cinque focolai, quattro persone ricoverate al San Salvatore, duecentoventinove in sorveglianza attiva, venticinque in isolamento sanitario, sei in sorveglianza passiva.
Mentre l’estate va avanti con i suoi eventi, nonostante le polemiche e gli inviti a fermare tutto. Prima che sia troppo tardi, sperando che non sia troppo tardi.
*l’articolo è stato rettificato
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