Così presto?

Sembra ieri che eravamo immersi nell’acqua del mare, dove tutti ci sentiamo più agili di quanto lo siamo in realtà. Sembra ieri che facevamo “anghingò” davanti la vetrina dei gelati, per decidere a quale gusto affidare il refrigerio del primo pomeriggio. Sembra ieri che guardavamo le punte smaltate dei nostri piedi abbronzati far capolino dalle scarpe estive. Sembra ieri che, nell’orto, la marea rossa di pomodori ci travolgeva con uno tsunami di salsa da imbottigliare.
E invece oggi è già vendemmia.
Le foglie che, fino a pochi giorni fa, ci riparavano dal solleone insistente, stanno cambiando colore, rassegnate ad andare incontro al loro triste destino di cadere come al fronte i soldati.
Sotto l’acqua del mare era tutto più semplice e leggero: il tempo si fermava e le chiacchiere stavano a zero. Quel nuotare nell’acqua azzurra era un po’ come volare nel celeste del cielo, perché le cose brutte rimanevano tutte in superficie e con noi, nell’apnea, portavamo solo il silenzio e il ronzio di un motoscafo lontano.
Sulla terra ferma, invece, la vita scorre pesante, chiassosa e in fretta, con le stagioni che si rincorrono senza sosta. In un supermercato un panettone da dieci euro mi ha annunciato che presto sarà Natale, pertanto voglio godermi castagne e melograni, nascondendo la nostalgia per il fresco cocomero, mentre aspetto che maturino le arance succose.
Ma davvero è già autunno? Così presto? E sia.
Le magliette fine possono tornare nell’armadio, non è più tempo di lasciare immaginare tutto: questo è il momento di felpe e giubbini.
Su una parete del bagno, proprio sopra la bilancia, appendiamo il diploma per il superamento della prova costume che finalmente quest’anno ci hanno conferito, anche se solo ad honorem, per aver smesso di sentirci a disagio sulla spiaggia. È bastato aprire gli occhi e osservare la commissione d’esame che secondo noi avrebbe dovuto valutarci: l’abbiamo trovata tremendamente inadeguata. Inadeguata a giudicarci e ci siamo fatte una grande risata.

A settembre rinnovato abbiamo verga d’avellano e l’abbonamento in palestra e ora ottobre ci sta sfuggendo di mano, insieme alla voglia di fare ginnastica, lasciandoci con la tipica malinconia che porta la fine di un’estate che ci è piaciuta tanto.
I nostri figli hanno già preso il ritmo scandito dai tempi della scuola: la sveglia che mette fine all’ultimo sogno del mattino, i compiti del pomeriggio e la campanella che interrompe le lezioni, mai sul più bello. Ogni lunedì inizia il conto alla rovescia per il sabato imminente e la festa che porterà. L’entusiasmo dei nostri ragazzi ci contagia e non ce la sentiamo più di dire “Io alla vostra età”, perché noi eravamo esattamente come loro: senza giga a disposizione e con più illusioni circa un futuro prospero, ma gli sguardi, i sogni, le parolacce e i bisogni erano gli stessi.
In casa c’è un forte odore di ammorbidente, visto che la pioggia ci costringe a stendere il bucato all’interno, dove rimarrà per un paio di giorni e poi sarà finalmente asciutto, puzzolente di marcio e da lavare di nuovo.
Nei cassetti mancano sempre la tale maglia, il dato pantalone e la determinata t-shirt: la festa di sabato rischia di sorprendere i nostri figli ignudi, senza neanche una foglia di fico a disposizione, data l’improvvisa accelerata autunnale.
E’ proprio vero che non esistono più le mezze stagioni e che si stava meglio quando si stava in spiaggia, sotto il sole, con il fragore delle onde in un orecchio e l’urlo “Cocco bello!” nell’altro. Con il freddo sembra tutto più difficile.
Per fortuna il cielo è pieno di stelle in ogni mese dell’anno, al centro delle quali la luna ci strizza ancora una volta l’occhio, a suggellare la promessa di un nuovo solstizio, a cui seguirà un equinozio, e poi ancora un solstizio, che ci riporterà il tepore, le luci e i colori che tanto amiamo.
Anche questa volta l’estate ci troverà un po’ diversi, cresciuti e cambiati, di nuovo a sbirciare il cielo notturno, con la speranza di essere testimoni oculari del sacrificio di una stella, disposta a cadere per dare la possibilità al nostro sogno -sempre lo stesso- di realizzarsi.

gRaffa

Raffaella Di Girolamo

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