Corruzione alla Asl: l’inchiesta sul verde pubblico passa a Sulmona

Sarà il tribunale di Sulmona a doversi occupare dell’inchiesta sugli appalti della manutenzione del verde della Asl, per la quale nell’ottobre scorso la procura dell’Aquila aveva chiesto il rinvio a giudizio per la funzionaria dell’azienda sanitaria Michela D’Amico, ex assessora ed ex presidente del consiglio al Comune di Castel di Sangro, e per i responsabili delle aziende Pet Shop e Siai, Carina Angela Angelone e Carlo Ercole Di Tola, a cui la D’Amico avrebbe affidato appalti frazionati in modo illecito in cambio di favori e regali.

Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari del tribunale dell’Aquila che ha accolto l’eccezione di competenza territoriale avanzata dai difensori degli imputati. Il reato, infatti, si sarebbe consumato a Castel di Sangro, lì dove, cioè, la ditta appaltante per la manutenzione del verde per le aree di competenza della Asl provinciale, avrebbe anche elargito la contropartita, facendo cioè da giardiniere due volte al mese alla funzionaria D’Amico.

Il reato, insomma, si sarebbe consumato sul territorio sangrino e per questo la competenza è del tribunale di Sulmona.

L’inchiesta, così, riparte da zero o quasi, con il pubblico ministero di palazzo Capograssi chiamato a confermare o smentire il castello accusatorio.

Nell’inchiesta, non l’unica che coinvolge la D’Amico, era rientrata anche una funzionaria di Sulmona, poi scagionata in fase di indagini preliminari perché del tutto estranea alla vicenda.

Corruzione e turbata libertà del contraente, questi i reati imputati alla ex funzionaria ASL che riferendo “causali generiche relative all’urgenza degli interventi”, avrebbe adottato una serie di delibere con le quali procedere agli affidamenti diretti di lavori di manutenzione in favore della Pet Shop di Castel di Sangro in cambio della manutenzione del giardino.

Alla Siai la D’Amico avrebbe affidato la gestione, manutenzione e l’aggiornamento dell’inventario dei beni mobili della ASL utilizzando il personale della ditta anche per le attività dell’associazione FARE di cui la stessa era vicepresidente, tutto in cambio di regalie in occasione delle festività natalizie. Stesso discorso per la procedura di gestione dei magazzini economali nella quale la ditta Siai sarebbe stata favorita con affidamenti diretti frazionati nonostante avessero indetto procedure a evidenza pubblica.

1 Commento su "Corruzione alla Asl: l’inchiesta sul verde pubblico passa a Sulmona"

  1. L’Italia è un regime di corruzione e di prepotenza tremendi con a capo Sergio Mattarella nonostante al fratello lo hanno ammazzato per questi stessi identici motivi. . Bisogna soltanto andare via. Soltanto andarsene, punto.

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