Conversione di allevamento di bufale in suini: Tar rigetta il ricorso contro Corfinio

Il Tar Abruzzo boccia il ricorso della società agricola Ovocè s.r.l., rappresentata e difesa dagli avvocati Luigi Di Loreto e Vincenzo Margiotta, contro il Comune di Corfinio. Rigettata la domanda cautelare per la sospensione del provvedimento con il quale non è stata consentita l’attività inerente la “S.C.I.A. per la variazione delle specie animale da bufale da ristallo a suini in un capannone della società.

Secondo i giudici del Tribunale amministrativo, “il diniego opposto dal Comune di Corfinio alla conversione dell’allevamento di bufale in suinicoltura si fonda esclusivamente sulla vigente disciplina urbanistica, del tutto autonoma rispetto alle discipline civilistica e ambientale invocate dalla parte ricorrente a sostegno delle proprie ragioni, e sulla peculiarità dell’interesse pubblico dalla stessa perseguito, che è quello di garantire una congrua distanza di sicurezza degli allevamenti suinicoli industriali”. Tra questi allevamenti, vanno annoverati i quattro capannoni coperti della società, a prescindere dall’intensività dell’attività che in essi si svolge, dalle sorgenti di acqua che, come quella di Sant’Ippolito, sono destinate all’uso pubblico e non all’uso esclusivo del fondo agricolo.

Il Collegio ha ritenuto di dover privilegiare, sino alla definizione del ricorso nel merito, l’interesse collettivo alla tutela della salute della popolazione da possibili contaminazioni della falda acquifera, determinate dallo sversamento dei liquami prodotti dalla suinicoltura, a fronte dell’interesse imprenditoriale della società ricorrente. Interesse che, come si legge nell’ordinanza, potrà essere “preservato mediante la possibilità, espressamente prevista dal Comune, di provvedere all’accasamento di un numero di suini inferiore ai duemila e persino integralmente ristorato per equivalente monetario, in caso di eventuale accoglimento del ricorso”.

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