“Conti ha lasciato la Total”, la telefonata misteriosa prima del suicidio

E’ un tassello in più, forse relativamente importante ai fini della spiegazione e ricostruzione della morte del generale Conti, ma che comunque la procura di Pescara ha acquisito agli atti, di fatto aprendo un altro fascicolo d’indagine che si aggiunge e presto potrebbe ricongiungersi con quello di Sulmona per istigazione al suicidio.
Una telefonata giunta il 17 novembre scorso, qualche ora prima del suicidio del generale Guido Conti, alla redazione di Primadanoi.it. Una voce metallica, difficilmente comprensibile, con apparente (anche se sembra molto forzato) accento siciliano: “Ha lasciato la Total”, dice l’interlocutore nel messaggio registrato in segreteria, riferendosi al fatto che il generale Conti aveva appunto rinunciato all’incarico assunto appena qualche giorno prima. “La notizia la potete verificare chiamando l’azienda oppure chiamando il generale”.
Una verifica che la redazione di Primadanoi non fa, anche perché il messaggio è difficilmente comprensibile e perché, poi, di lì a poco la notizia su Guido Conti sarebbe diventata di tutt’altra natura. Conti, d’altronde, a quell’ora era già irraggiungibile tanto che la famiglia aveva appena lanciato l’allarme, ma non ancora morto, a quanto ha stabilito l’autopsia (che fa risalire la morte alle 19:30 circa).
L’anonimo telefonista in realtà non svela un grande mistero, nel senso che c’era più di una persona che sapeva che due giorni prima, mercoledì scorso, cioè, Conti avesse depositato le sue dimissioni sul tavolo della Total. Ma non si capisce perché quella telefonata sia arrivata, sotto quella forma e con quell’accento, proprio poche ore prima del suicidio, proprio quando Conti aveva appena fatto perdere le sue tracce e iniziato a far preoccupare la sua famiglia.
Forse non c’entra molto, forse niente, forse era solo il messaggio di un lettore insospettito da quelle dimissioni o forse c’è dell’altro, c’è qualcosa di più di una semplice pressione psicologica da parte di quell’incarico assunto a Tempa Rossa.
Forse il ruolo di Rigopiano nella sua decisione, che comunque stando alla lettera da lui scritta alla sorella, occupava molti dei suoi pensieri, è solo una parte della storia.
Chissà se in quegli scritti lasciati nell’auto sul monte Morrone non ci siano elementi in più per ricostruire la vicenda, perché, a dirla tutta, sembra strano che Conti nel suo scritto abbia parlato di Rigopiano e non accennato per niente alla Total e alla decisione di lasciarla così rapidamente. Le lettere sono d’altronde secretate, quel che è trapelato è solo una parte di tutto quello che ha scritto e di quello che chi conduce le indagini ha voluto far trapelare. Tant’è che la famiglia non ha preso visione della documentazione, ed ha appreso del contenuto delle lettere solo dalla stampa.
La morte di Guido Conti, il cui funerale si è svolto appena ieri, non è chiarita e non è risolta. Quel “cali il silenzio” auspicato nella sua lettera, evidentemente, non può essere rispettato e onorato. Ma il generale avrebbe compreso il motivo di questo rumore: la ricerca della verità per la perdita di un grande uomo e di un grande uomo dello Stato.

1 Commento su "“Conti ha lasciato la Total”, la telefonata misteriosa prima del suicidio"

  1. bene,sappiamo i valori,i principi dell’uomo :legalita’ diffusa,prima di tutto, non avrebbe mai smesso la divisa,con l’uniforme dello Stato esigeva il rispetto delle regole,nel rigore ideologico delle responsabilita’,non arretrava dinanzi a nessuno,in prima linea nella guerra alla criminalita’ambientale,dunque ? Silenzio per il momento,rispetto,onore .
    Nella lucidita’ della pianificazione ha lasciato la traccia…quindi meglio il silenzio,rimane un fondato sospetto :” mi hanno cercato un’offerta irrifiutabile “gli hanno teso un tranello,una trappola,un’inganno,una trama,un’esca…? Forse le ragioni delle dimissioni,appunto, le responsabilita’ nel rispetto ideologico dei valori di riferimento.

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