Contraria al rimboschimento delle aree colpite dall’incendio. Confagricolura spiega come il recupero dei soprassuoli forestali interessati dal passaggio del fuoco può avvenire per via naturale ed eventualmente agevolata dall’intervento antropico ma nel pieno rispetto delle strategie rigenerative delle specie arboree, e sempre orientata a favorire i meccanismi di rinnovazione connaturati all’ autonoma ricostituzione vegetazionale. ”Meglio ancora se l’azione dell’uomo fosse dedicata, dove necessario, a limitare con micro interventi di sistemazione dei versanti i fenomeni di ruscellamento e di erosione eventualmente attivati per la momentanea assenza di copertura del suolo”
Un’emergenza incendi, che ancora oggi insiste sull’Abruzzo, che ricordano rappresenta una grave minaccia per gli ecosistemi naturali, con impatti disastrosi sull’ambiente ma anche sull’economia e sugli aspetti sanitari, tanto da mobilitare sensazioni emozionali nell’opinione pubblica a cui però le istituzioni non possono rispondere con altrettanta partecipazione emotiva.
“Il fenomeno và governato, e “a fiamme spente” con la logica della razionalità e della conoscenza scientifica delle dinamiche post-incendio, sarà bene non lasciarsi coinvolgere dal traino delle trepidazioni interventiste, purtroppo ben più necessarie ma mancate totalmente in fase preventiva, e assecondare la natura con interventi di ricostituzione selvicolturale in pieno rispetto delle strategie rigenerative della vegetazione, e tra questi il rimboschimento è da escludersi sia per aspetti eco sistemici e tecnico-scientifici ma ancor di più per quelli socio – economici e ovviamente legali”.
Il passaggio del fuoco ricorda Confagricoltura è sempre un elemento di disturbo dell’ecosistema ma è proprio l’ecosistema stessa a rispondere rapidamente con la tendenza a ritornare allo stato precedente all’evento, “è quindi opportuno che con gli interventi antropici si accompagni l’evoluzione delle biocenosi coinvolte evitando di tradurne gli effetti in iniziative prive di alcun significato ambientale”.Sarebbe importante se la Regione inserisse azioni di ripristino in un contesto di pianificazione degli interventi che preveda la migliore relazione operativa e funzionale alla realtà territoriale di riferimento.
“Se poi ci sono le risorse – concludono – utilizziamole per le opere di prevenzione, ormai assenti da almeno trenta anni dai boschi abruzzesi a maggior pericolo d’incendio”.
Secondo me rimboschimento con specie autoctone si. Con il pino no. Contemporaneamente si può portare avanti il progetto di cura e salvaguardia che è stato abbandonato da almeno trent’anni dice l’articolo