Si chiude tra gli appalusi confermando il successo di pubblico la 35esima edizione del Sulmona International Film Festival 2017 (SIFF). I premiati della kermesse sulmonese sono per la Best International Short Film “Into the Blue” di Antoneta Alamat Kusijanović per la “capacità di creare un’atmosfera avvolgente, in grado di immergere lo spettatore in un racconto lieve eppure intenso”. Un corto che ha vinto premi anche al 67° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, al Résidence du Festival di Cinéfondation, Antoneta sta sviluppando il suo primo lungometraggio “Murina”.
Ad aggiudicarsi il premio per la categoria Best National Short Film è “A casa mia” di Mario Piredda per “la maturità di uno sguardo che fonde registri ed immaginari diversi ed eterogenei, raccontando il territorio in maniera insolita e mai banale”. Il regista sardo, dal 2005 ad oggi, ha collezionato ben 70 premi e diversi riconoscimento tra i quali il David di Donatello per miglior cortometraggio proprio con “A casa mia”. Per il Best Documentary: “Cosa faccio nella vita?” di Manuel De Pandis, Fabio Fusillo, Giovanni Sfarra, “per l’urgenza e la vitalità di questo ritratto giovanile spudorato e sfacciato, che coglie lo spirito del tempo aderendo con sincerità e ironia ai bisogni dei protagoni”.
Nella categoria Best Director è Raymund Ribay Gutierrez per “Imago” ad aggiudicarsi il premio “per l’originalità con cui l’autore raccoglie l’eredità del maestro filippino Brillante Mendoza, affermandosi allo stesso tempo come una voce di grande personalità e coraggio, in grado di gestire un tema forte attraverso una messa in scena impeccabile, rigorosa e caricadi tensione”. Best Screenplay: Elad J Primo per Domesticated Wolf “per la precisione millimetrica con cui l’autore riesce a rappresentare il conflitto personale del protagonista e il rapporto padre figlia, sviluppato attraverso una scrittura minimale ma sofisticata, sempre funzionale all’approfondimento psicologico”.
Per Best Cinematography vince Constanze Schmitt con “A Gentle Night”, “per il magnetismo e la matericità delle immagini, che restituiscono il dramma della protagonista e la desolazione del contesto in cui si muove, esaltando la poesia e il simbolismo di ogni scelta cromatica”. Best Editing: Iulia Andriuta per “The Idiot” nel quale “l’abilità nel costruire il ritmo e la tensione in totale e perfetta sintonia con lo sviluppo della narrazione” aderiscono “al crescendo del racconto ed esaltando l’esemplarità di questa parabola sociale”.
Andiamo agli attori, Best Actor: Chiz Schultz per “Head Above Water”; Best Actress: Jessica Barden per “Sweet Maddie Stone”; Special Jury Prize a “Calamity” di Maxime Feyers e Séverine De Streyker, “un film che attraverso la cura formale, un sapiente gioco di specchi offre una riflessione sulla forza eversiva dell’identità queer e sul suo impatto destabilizzante all’interno del nucleo familiare”. Per la categoria Best Animation: Robin Hays e Andy Poon per “Post no bills” per la magistrale fusione delle tecniche di animazione 2d e 3d. La migliore colonna sonora (Best Soundtrack-Premio Gabrielle Lucantonio) va ad Enrico Melozzi per “Penality”, mentre il miglior video musicale è “Can you decide” di Lu Pulici. Infine va ad Arianna Del Grosso con “Candie boy” il premio Siff Studenti: “cortometraggio ben interpretato, divertente, profondo, che invita a riflettere su temi di grande attualità, quali la fragilità dei rapporti familiari, i pregiudizi sull’orientamento sessuale, la spontaneità del mondo dell’infanzia. L’opera suggerisce una domanda: cosa conta davvero nella vita”.
A chiudere, dopo Sulvidia, un’altra opera di body painting del maestro Arfanotti: Cinemorfea.
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