Continua la protesta degli operatori sanitari in merito alle misure che la giunta regionale intende intraprendere per rientrare dal disastroso deficit della sanità abruzzese.
A farsi sentire ancora una volta è il CO.NA.RA.T.O.S. il comitato nazionale di rappresentanza e tutela degli operatori sanitari che in un comunicato delinea un quadro i cui risvolti negativi ricadranno sui cittadini e non su chi, invece, il disastro lo ha compiuto. Quello stesso manager della ASL 1 al quale la Regione Abruzzo ha prorogato l’incarico di un altro anno, decisione che, ipotizza lo stesso comitato “potrebbe nascondere l’intento della giunta di scaricarsi delle nefaste conseguenze della sua politica sanitaria” per addossarla su chi “accetterà il sacrificio sapendo che sarà lautamente ripagato da un altro anno di “meritato” stipendio”.
Un’ipotesi quella del CO.NA.RA.T.O.S. avanzata di fronte alle “parole d’ordine” che sembrano guidare le scelte della politica regionale. A partire dalla prima che si annuncia essere “non rinnovare, alle relative scadenze, gli incarichi del personale sanitario assunti con contratto di lavoro a tempo determinato”. I tanti infermieri, operatori socio sanitari OSS e medici a suo tempo assunti per far fronte alle gravi carenze che da sempre affliggono il sistema sanitario regionale.
“Spremere oltre misura il personale di ruolo” è per il CO.NA.RA.T.O.S. la seconda parole d’ordine di una politica che non trova altra soluzione se non imporre il lavoro straordinario “come normale metodo di copertura delle carenze”, a scapito dei lavoratori costretti a saltare i riposi o a fare doppi turni non intervallati dai periodi di sospensione. Metodi che, aggiunge il comitato, la ASL 1 avrebbe addirittura “formalizzato con una direttiva interna!”.
Per non parlare di ciò che accade presso le altre aziende sanitarie dove sembra sia stato “ordinato o fortemente raccomandato di sostituire con farmaci generici quelli specifici più costosi”, farmaci questi ultimi dotati di “qualità ed appropriatezza che li contraddistinguono per efficacia terapeutica”. Aziende dove si arriva ad “auspicare una limitazione del ricorso alle prestazioni di diagnostica strumentale” a rischio di compromettere la tempestività terapeutica con conseguenze a volte drammatiche.
Scelte inaccettabili dietro cui si nasconde una politica che preferisce scaricare le proprie responsabilità, conclude il CO.NA.RA.T.O.S. a costo di sembrare “mal pensanti o mal dicenti” eppure, conclude il comitato, “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”.
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