Occhi grandi a guardare lontano con il desiderio di raccontare una storia. La storia di Simone D’Amico, artista sulmonese che alle sue opere d’arte affida un compito importante, esprimere quelle emozioni che lui si porta dentro. Sin da quando era bambino, da quell’infanzia che a dieci anni lo vedeva prendere matite e colori nel tentativo di imitare il grande maestro Pablo Picasso.
Opere che fino al 6 gennaio saranno esposte nella mostra inaugurata nello spazio di Corso Ovidio n. 49 a Sulmona. Uno spazio che è anche laboratorio nel quale da due anni Simone dà vita alle sue opere, siano esse quadri o sculture. Dagli schizzi fatti con la matita alle tele incorniciate, dalle statue in legno, alle pietre dipinte, lo spazio-laboratorio diventa luogo dove le emozioni incontrano l’arte e ad essa si affidano per arrivare al cuore dei visitatori.
Come nella tela Vivere e’ come Volare che nel supereoe immerso nell’oscurità illuminata solo dalla luna ritrae lo stesso Simone in un peiodo particolarmente difficile della sua vita. Simone che è presente in tutti i suoi quadri perché la storia che essi raccontano è la sua storia, quella di una vita che tra gioie e momenti di dolore lo ha portato, negli ultimi 15 anni, ad elaborare il suo personalissimo stile. Uno stile che Simone definisce “astratto figurativo” a tratti “surreale” perché protagonisti dello sfondo astratto dei suoi quadri sono “figure”, uomini e donne dagli occhi grandi e dai colori forti. Colori intensi che da Sconnessi tela in cui condanna l’uso eccessivo dei telefoni cellulari rappresentando la sua stessa famiglia nella quale il cane Odi è l’unico a restare “connesso” con il mondo, a Liberi di sognare quadro che vede ragazzi della scuola intenti a pensare al proprio futuro fino a La Pioggia, opera che gli è valso il riconoscimento come “miglior artista locale” alla scorsa edizione del Premio Sulmona. “Un’opera nata dallo sguardo triste di una donna che, persa nel vuoto, attendeva in ospedale, in un giorno di pioggia, notizie del suo amato e che io ho cercato di riprodurre su tela” spiega D’Amico.
L’ispirazione viene nei momenti di difficoltà, ammette: Lo stressato e Cuore sono opere che non passano inosservate. Il primo per la capacità di trasmettere con rara efficacia l’ansia mista a terrore che accompagna chi ogni giorno è costretto a fare i conti con i rischi di un’attività imprenditoriale; il secondo per la delicatezza con cui riesce a trattare un tema “difficile”come la malattia.
Tantissimi i quadri esposti da Simone D’Amico, impossibile descriverli tutti, come pure le sculture che da pezzi di legno recuperati a vecchi manichini fino alle poltrone dell’ex cinema Balilla destinate alla discarica, raccontano pezzi di storia dell’artista. E di Valentina Venti, un’amica dalla sensibilità profonda che, interpretando figure e colori dei quadri di Simone, riesce a dar loro una voce nei commenti che li accompagnano.
Con Ingresso libero posto all’entrata dell’esposizione, la mostra di Simone D’Amico è un’occasione per entrare in contatto con le opere di un artista di Sulmona che alla sua città è particolarmente legato tanto da sceglierla come sfondo per gran parte delle sue creazioni. Una mostra dunque che è anche un invito a scoprire una città dai colori forti, attraverso altri occhi, quelli grandi delle figure di Simone.
“…l’ansia mista a terrore che accompagna chi ogni giorno è costretto a fare i conti con i rischi di un’attività imprenditoriale…”
I dipendenti di una azienda, una qualunque azienda che arrancano e arrencheranno con i conti per tanto tempo ancora, questa è una tragedia.
Almeno ha saputo dignitosamente reinventarsi e rialzarsi, complimenti.