Si è tenuto ieri pomeriggio l’incontro di presentazione della Comunità Energetica Rinnovabile, presso la Sala Padre Pio di Castelvecchio Subequo. Una conferenza rivolta a tutti i cittadini della Valle Subequana, per far luce sulla produzione di energia da fonti rinnovabili e i benefici del condividerla all’interno della comunità.
A fare gli omaggi il padrone di casa, il vice sindaco Pietro Salutari, che ha sottolineato come “bisogna insistere per una maggiore conoscenza della produzione di energia pulita, come amministrazione comunale abbiamo accolto positivamente l’occasione per dare un messaggio alle persone sulla reale importanza dell’impianto fotovoltaico e per sensibilizzare su questi temi”.
Ha voluto aprire con una nota di ottimismo Alfonso Fabrizi, presidente della Cooperativa Elettrica Peligna (CEP), oggi Comunità Energetica Rinnovabile (CER), spiegando come “nonostante il fotovoltaico e più in generale le energie rinnovabili sembrino delle realtà ancora lontane, in Italia i dati sui consumi di energie rinnovabili rispetto ai combustibili fossili sono tutt’altro che catastrofici, con numeri produttivi in forte aumento”.
La Comunità Energetica Rinnovabile nasce il 13 giugno 2024 dalla Cooperativa Elettrica Peligna, fondata nel 1905. I soci fondatori all’inizio del secolo scorso costruirono la “Centrale” idroelettrica sul fiume Velletta, con l’intento di portare l’elettricità nelle case di Pratola Peligna.
“I fondatori della CEP – rimarca Fabrizi – furono coraggiosi e visionari; la cooperativa è tutt’ora viva, i soci, senza saperlo, consegnarono alla Comunità Energetica gli stessi traguardi che intendiamo perseguire oggi”.
“Gli obiettivi – prosegue – sono pressoché gli stessi: quello della transizione energetica, con i cambiamenti climatici e i ripetuti disastri ambientali che ci impongono di produrre energia in maniera diversa, lo sviluppo della coesione sociale, per interventi concreti sulla comunità e la creazione di un nuovo paradigma, come quello dell’energia solare, una fonte inesauribile con una disponibilità senza costo”.
Le Comunità Energetiche sono delle società non a scopo di lucro, cui possono prendere parte soggetti privati, piccole e medie imprese e altri enti, che condividono tramite i loro consumi l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti a fonte rinnovabile. L’energia elettrica rinnovabile viene condivisa tra i soggetti che prendono parte della comunità, produttori e consumatori, connessi alla stessa cabina primaria, tramite l’utilizzo della rete nazionale di distribuzione dell’energia elettrica che rende possibile la condivisione virtuale dell’energia.
La Comunità Energetica Rinnovabile, con sede legale a Corfinio, conta al momento sotto la sua gestione tre cabine primarie: quella di Pratola Peligna (che comprende il territorio di Raiano, Prezza, Roccacasale e Corfinio) la cabina primaria di Sulmona (che si estende su Pacentro, Campo di Giove, Introdacqua e Pettorano sul Gizio) e quella di Popoli (con Castelvecchio Subequo, Castel di Ieri, Bussi sul Tirino, Capestrano, Secinaro e Navelli).
“Al giorno d’oggi le nostre vite dipendono totalmente dall’energia, in particolare quella elettrica e non possiamo farne a meno”, spiega l’ingegnere. Rocco Fabrizi, referente tecnico della CER. “La rete elettrica nazionale costituisce ad oggi un grande problema – continua Rocco Fabrizi “, in quanto si tratta di una rete poco capiente, pensata per una produzione locale dell’energia di 70/80 anni fa, non è sufficiente per sostenere tutte le nuove tecnologie. Una delle motivazioni principali dietro la nascita delle CER è quella di alleggerire la rete nazionale, riducendo il trasporto di energia che ha dei costi elevati ed è una fonte di dispersione. L’obiettivo è quello di produrre l’energia sul posto e consumarla all’interno dello stesso territorio, una produzione a km zero”.
I vantaggi per la salvaguardia ambientale sono evidenti, la localizzazione della produzione energetica evita i picchi di consumo e uno sbilanciamento delle reti, garantendo maggiore efficienza. Ogni famiglia, annualmente, può risparmiare 1,6 milioni di tonnellate di CO2 entrando a far parte di una Comunità Energetica.
In questo sistema produttori e consumatori sono entrambi fondamentali: il producer viene ripagato dell’investimento dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) che acquista l’energia prodotta, con il contributo dei consumer che fanno parte della rete ad utilizzare tale energia guadagnano entrambi, ricevendo importanti incentivi sulla base delle direttive europee, sia per la costruzione di impianti sia per l’autoconsumo.
“La parola condivisione è fondamentale – afferma Fabrizi – è un sistema di coesione che parte dal basso, dai comuni cittadini, soci che prendono decisioni condivise in un assemblea. Le Comunità Energetiche prevedono anche la destinazione di una parte dell’incentivo ricevuto per fini sociali, per chi ne ha più bisogno”.
Proprio a questo proposito, il presidente Alfonso Fabrizi fa un appello ai “comuni e agli enti territoriali, con la promozione di protocolli di intesa con le amministrazioni per creare una sinergia col fine di sviluppare progetti nell’interesse di tutti”.
“Con la crescita prevista delle CER nel nostro Paese ci sarà sempre più bisogno di figure tecniche. E’ un’occasione per trattenere i giovani in Italia, soprattutto per i piccoli comuni in cui questo progetto prende ancora più importanza. – conclude Alfonso Fabrizi – L’Abruzzo interno necessita di tante Comunità Energetiche, per questo è ancora più importante che i comuni appoggino questo progetto”.
Francesco Nobile
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