Comune va via anche l’avvocato, la giunta cerca soluzioni

Ufficialmente se ne va per motivi personali, per avvicinarsi a casa. Ma non è un mistero che con palazzo San Francesco i rapporti sindacali non erano eccezionali, tant’è che aveva avviato una causa per il riconoscimento della posizione dirigenziale. Per Guido Blandini, l’avvocato che al Comune di Sulmona è assunto da sedici anni, è arrivata l’ora di fare le valige: la giunta comunale, infatti, gli ha concesso il nulla osta per il trasferimento in mobilità al Comune di Avezzano, sua città di residenza.
Una partenza che si aggiunge a quella del dirigente del Terzo settore Katia Panella che, tuttavia, il nulla osta non lo ha ancora ottenuto e che costringe l’amministrazione comunale ad accelerare la riorganizzazione della disastrata macchina amministrativa di palazzo San Francesco.
L’assessore al ramo, Cristian La Civita, è ottimista, anche se non se la sente di scandire i tempi. Perché a palazzo San Francesco, si sa, nulla nell’iter burocratico è certo.
Prima della riorganizzazione, d’altronde, c’è da stabilire il fondo per i dirigenti, argomento che sarà trattato probabilmente lunedì prossimo in giunta. Poi c’è da modificare il Rogus (il regolamento cioè sul funzionamento della macchina amministrativa) che è un passaggio complesso e delicato e poi da approvare la nuova macro-struttura, come cioè cambiare e organizzare i vari settori del servizio.
All’interno di questo percorso si inserisce l’assunzione di un quarto dirigente che a palazzo San Francesco manca da troppo tempo con evidenti effetti sull’efficienza della macchina. Sarà un dirigente a tempo, assunto comunque con una procedura para concorsuale, ma che, proprio per la natura del suo contratto (ex articolo 110), non andrà ad inficiare la forbice per le assunzioni legate ai turnover. Per intendersi la possibilità di assumere più “soldati” e meno “generali”.
Il trasferimento di Blandini ad Avezzano, poi, apre un’altra finestra di possibilità per l’amministrazione comunale: ovvero decidere di rimpiazzarlo, tenendo quindi vivo l’ufficio legale, o decidere di smantellare la funzione e procedere con consulenze esterne di volta in volta.
“Sarà una cosa da valutare attentamente – spiega La Civita – verificando la quantità del contenzioso e capire, cioè, se ci conviene come spesa ricorrere a professionisti esterni o ricostituire l’ufficio legale”. Anche perché la causa che aveva avviato Blandini contro il Comune si basava a suo tempo sulla incompatibilità della professione di avvocato con un rapporto di dipendenza, ovvero dalla necessità di riconoscere ad un avvocato che lavora in Comune una posizione dirigenziale. E a Sulmona non c’è spazio per un settore dedicato, non con la città che cade a pezzi, il piano regolatore fermo, il problema delle cooperative irrisolto, quello dell’ufficio sisma e via dicendo.
A conti fatti (solo per il trasferimento di Blandini ci vorranno un paio di mesi), però, sembra che le cose non cambieranno prima del prossimo anno.
Anche il 2017, insomma, si chiuderà come era iniziata la sindacata nel giugno 2016: con impegni e promesse di riorganizzare come prima cosa l’apparato burocratico.

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