Compagno,

fatevi chiamare così pure se così non vi ci ho mai chiamato, amici con i quali sono cresciuto, condividendo vicoli, muretti e cantine con pensieri, parole, opere ed omissioni. Con qualcuno il banco della birra alle sagre dell’Unità, con tutti voi, i voti, spesso per brandelli di partito che manco arrivavano allo sbarramento.

Scriverò al singolare, come se vi prendessi ad uno ad uno a fumare al vicolo dietro la piazza, soli e liberi da qualsiasi categoria, in un momento in cui le categorie ripullano come una volta le liceali da rimorchiare sulle scalette di Ovidio.

Io e te, ti direi arrotolando la cartina, ogni tornata elettorale, e tante ce ne sono succedute (fino a una certa), ci ha trovati costantemente all’opposizione, certi da subito che al potere non ci saremmo mai arrivati e non tanto per incapacità, che quella ce l’avevamo pure se ci ha fatto ottenere quello che volevamo, no, più per un certo disgusto per il potere.

Una forma di snoberia antiestetica più che marxista: il Potere imparavamo giorno per giorno, faceva schifo.

Quel disgusto quasi dottrinale non ci ha fatto appanzare alle cene elettorali, manco l’asti gancia di benvenuto c’è toccato: solo un piccolo orticello di resistenza etica, residuo della necessità di cultura che ci siamo ostinati a pretendere, portandocela appresso a nostra soddisfazione e giustificazione, come la ruota di pietra nell’armadio di SuperFantozzi.

Quel vezzo intellettuale che, agli occhi dei denigratori al potere, ci ha trasformati in Radical Chic, capricciosi e viziati figli di papà col culo al caldo, come i tanti vip del rutilante mondo della sinistra che invece a quel potere uh se ci sono arrivati. Vincendo posti da privilegio nelle stanze dei facilitatori del potere.

Nessun compromesso, ci giuravamo al terzo bicchiere, quel Potere andava combattuto, smascherato, ribaltato.

Usava mezzucci odiosi eppure così evidenti nella loro rozzezza che come facevano a non accorgersene, promesse idilliache, bustarelle sotto cassa, e via sempre peggio, comici, ballerine e nipotine cchiu pilo pe tutti.Pure il parrucchino, ma figurati ci dicevamo, se non se ne accorgono e lo fanno vincere.

Ma il potere vinceva sempre, perchè aveva i mezzi per costruirsi la propaganda, aveva i media, tv pubblica prima che private, tutti allineati e coperti al soldo o al ricatto di un superiore, che di certo era peggio.

Che poi, mutatis mutandis, sempre democristiano era.

La Propaganda, ci dicevamo dietro al vicolo gelato al quinto tiro, la copiavano dal duce che l’aveva inventata, per costruirci insieme dal fan tedesco che lo superò in bastardaggine, la più potente e spietata dittatura conosciuta, annientando in pochi mesi, il pensiero e la cultura di menti eccelse ancora studiate in tutto il pianeta.

Già, com’era potuto accadere?

Certo, altri tempi, non scherziamo. La dittatura è finita nel 48, quando è nata la democrazia.

Ma il manganello quello se lo sono portati dietro, traghettato dai regimi ogni volta che la propaganda sentenziava una piazza violenta. Andava fermata, con qualsiasi mezzo e col plauso della stragrande maggioranza, solitamente a noi ostile e indrottinata a bassa cultura, soldi facili e letterine.

E quel “qualsiasi mezzo” comprese ogni buco nero della storia recente che ha inghiottito golpe, stragi, piazze e vittime rimaste senza giustizia. Fino al 2001 del G8 di Genova, quando il fervore complottista del montepulciano, si rivelò reale, nella sua sfacciataggine più spietata e arrogante:

Infiltrarono come da copione una squadra di mercenari imbottiti di anfetamine e memorie fasciste per provocare reazioni violente da reprimere con ogni mezzo, pienamente giustificati dalla pubblica opinione, che aveva ricevuto a cena poco prima dei culi delle letterine, la prova video che fossero tutti delinquenti.

E finì come finì, con le teste spaccate sui termosifoni senza che ancora oggi ci sia stato qualcuno incolpato di averlo voluto.

Che nessun governo amico successivo, nessuna sinistra o movimento nuovo, pretese di ricacciare dal cda della partecipata in cui l’avevano nascosto e sbatterlo all’ergastolo.

Macchè, gli amici che ci spertichiamo a votare per scongiurare l’ennesimo satana del momento, quella gente lì che si erge a difesa dei sindacalisti della Cgil picchiati dai manifestanti fascisti, l’ultima volta che si è vista in piazza è stato per comprare i lupini ai pargoli.

Il Potere non perde e, per non perdere, come il Gattopardo, seduce, fagocita e poi sputa. Ma non cambia.

Perciò, compagno, seppure la maturità ti avesse addolcito gli idealismi ormonali, seppure la famiglia, il mutuo e la macchina ti avessero costretto a qualche compromessuccio, seppure la ragion di stato o la paura di morire intubato ti avessero distratto dalla intransigenza con cui strillavamo al complotto,

tre cose almeno voglio essere ancora sicuro di condividere davanti a sto bicchiere:

La gente che manifesta per i suoi diritti non è mai il nemico. La gente che manifesta non si ferma. La gente che manifesta quando diventa violenta è perchè il Potere si provoca l’alibi per reprimerla.

Dimmi si è vero, e ci facciamo un brindisi alla salute di Vittorio. Il Compagno Vittorio.

Antonio Pizzola

8 Commenti su "Compagno,"

  1. MA DI PIERO FINORA DOVE E STATO? CHE PERCORSO POLITICO HA SEGUITO?

  2. Dove erano tutti e dove siamo finiti tutti, da sempre. Dove moriremo, come si diceva un tempo

  3. “E quel “qualsiasi mezzo” comprese ogni buco nero della storia recente che ha inghiottito golpe, stragi, piazze e vittime rimaste senza giustizia. Fino al 2001 del G8 di Genova, quando il fervore complottista del montepulciano, si rivelò reale, nella sua sfacciataggine più spietata e arrogante:

    Infiltrarono come da copione una squadra di mercenari imbottiti di anfetamine e memorie fasciste per provocare reazioni violente da reprimere con ogni mezzo, pienamente giustificati dalla pubblica opinione, che aveva ricevuto a cena poco prima dei culi delle letterine, la prova video che fossero tutti delinquenti.

    E finì come finì, con le teste spaccate sui termosifoni senza che ancora oggi ci sia stato qualcuno incolpato di averlo voluto.”
    Signor Antonio,
    quì come al solito si danno colpe a chi colpe non ne ha….
    io c’ero a Genova so come sono andate le cose. Forse in qualche salotto o dietro qualche bicchiere di troppo qualcuno ha provato, desiderato, sperato, che che la matrice fosse di destra.. Ricordo perfettamente che, chi adesso comanda la CGIL, bivaccava intorno alla scuola Diaz solidariezzando con chi aveva creato caos distruggendo una città. E lungi da me giustificare a qualsiasi titolo il fattaccio proprio della Diaz.
    su una cosa sono in accordo con Lei:
    “La gente che manifesta per i suoi diritti non è mai il nemico. La gente che manifesta non si ferma. La gente che manifesta quando diventa violenta è perchè il Potere si provoca l’alibi per reprimerla”.

    Serviva aizzare la gente contro l’altra parte politica, ecco fatto, assaltiamo la CGIL, sindacato asservito al potere, e al grido fascisti fascisti, e tutti i partiti di destra sono correi, ci ritroviamo una bella manifestazione il giorno prima dei ballottaggi, film già visto e che purtroppo vedrò ancora..

  4. Sig Mombasa io non ravvedo differenze sostanziali con quanto dice. lei che stava lì ha notato ci fosse complicità fra chi ha seminato violenza e chi invece sarebbe stato dalla parte dei manifestanti pacifici. Nessuno nega questo, ovvero nessuno nega che la provocazione sia stata affidata esclusivamente a gente che vota a destra. Quel che è terribile è che nella scuola Diaz a rompere le teste sia stata la polizia, non i cattivi fascisti o comunisti. Delle colpe dello stato non c’è giustizia a tutt’oggi. Qualche capo di polizia di periferia il processo l’ha dovuto fare, i vertici ministeriali da cui l’ordine è partito, no. Il ministro Scaloja, quello dell’appartamento al Colosseo a sua insaputa, è ancora parlamentare.

  5. mi dispiace sig.Pizzola ma non è stato così! i black blok nulla avevano a che fare con la destra! i centri sociali, notoriamente a sinistra insieme alla feccia arrivata li da tutta Europa misero a ferro e fuoco la città di Genova quei giorni! questo è il problema! la colpe sono sempre degli altri! Ripeto ancora: lungi da me giustificare le violenze fatte alla Diaz, ma spero ricordi ciò che successe: guerriglia urbana messa su e orchestrata molto bene, talmente bene da sembrare organizzata a tavolino, violenza inaudita nei confronti di chiunque, danni non ricordo per quanti milioni di Euro. Se vuole poi potrei continuare con i no-tav ma non è questo che mi interessa. Riguardo il Ministro Scajola che lei cita beh,.. aspetto che lei chieda le dimissioni del Ministro dell’Interno. Questo è il potere sig. Antonio. Il problema è che, malgrado lei non voglia sentirlo, il potere è nelle mani di chi comanda e il comando in Italia è sempre stato di sinistra!

  6. Scusi non mi era chiaro il suo intento, quello di attribuire alla sinistra le responsabilità dei fatti. Personalmente non ne faccio un fatto di appartenenza politica, (ammesso che già nel 2001 si potesse distinguere una destra da una sinistra nei partiti di governo di allora): comunque sia nè io nè lei possiamo attribuire pur stando lì se i provocatori votassero pd o alleanza nazionale nè questo risolve alcunchè. Il punto che sottolineavo nel post è che qualsiasi partito votassero i provocatori, identificati nel gruppo Black Block, fossero come è risultato in diverse testimonianze del processo, il braccio armato dello Stato, ovvero dei Servizi o della Digos. Esattamente come è sempre stato in ogni strage di stato ancora senza mandanti (ovvero tutte) e come ammise in diverse interviste del “picconatore” Cossiga quando, in tarda età cominciò a “esternare” e ci raccontò di Gladio. Sono sicuro che se lei fosse stato fra quelli presi a manganellate nella scuola quella notte oggi non starebbe a distinguere se i provocatori fossero del pd o di alleanza nazionale. Si sarebbe solo probabilmente chiesto quale fosse la ragione per la quale un poliziotto, pagato per difenderla, le spaccasse la testa

  7. Non stavano facendo una scampagnata ricorda?? Ripeto: non tollero ne giustifico mai la violenza. non interessa nemmeno a me da che parte politica stavano! però le verità qualche volta bisogna anche dirle. Se poi, come dice lei, ci siano stati provocatori alla mercè di qualcuno beh, ho idea che forse non lo sapremo mai. La storia d’Italia, come ben sa, è costellata di questi episodi, più o meno limpidi, degni della Repubblica delle banane o peggio di qualche nazione sudamericana. ah dimenticavo: se nel 2001 era difficile distinguere dx e sx oggi oggi, forse, chi sta all’opposizione è l’unica (e mi tappo il naso scrivendo questa cosa) ad avere un’identità ma questo è solo un mio pensiero ( e di circa il 20% degli italiani).

  8. concordo con la sua conclusione a proposito dell’opposizione con una sua dignità, al di là di che dignità sia

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